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Voto, l'unica arma contro la "Repubblica Bella Ciao"

Iuri Maria Prado
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C'è una resistenza, senza esse maiuscola, di cui non si parla nella Repubblica fondata sulla Resistenza, ed è quella che comincia quando la Repubblica fondata sulla Resistenza si insedia: è la resistenza popolare, dimessa, senza reddito da 25 aprile e senza case editrici, senza festival del cinema e senza cattedre universitarie, senza direzioni di giornali e senza contratti Rai, senza toga e senza sussidi arcobaleno, che da settant'anni, debole, maggioritariamente minoritaria, si oppone all'infestazione comunista.
E vi si oppone con l'unico strumento che ha a disposizione, in povertà civile, in subordinazione sociale, in emarginazione politica: il voto.

 

 

Che altro, infatti, ha limitato non impedito, ché anzi quel potere è dilagato ovunque, occupando tutto, sequestrando tutto, censurando tutto - che altro se non il voto ha contenuto l'occupazione comunista della società, insomma la completa e definitiva soggezione della forma repubblicana alla sostanza della pretesa comunista?

Solo il voto. Una cosa insufficiente ad arrestare il passo dello scarpone chiodato comunista sulla via civile del Paese, ma sufficiente a dimostrare che esso recalcitra, e appunto resiste, alla completa consacrazione formale e istituzionale del predominio comunista. Tra le tante cose brutte del nostro Paese, questa è una cosa molto bella.

 

 

Puoi far dottrina in televisione, distribuire tra i tuoi sodali e clienti i premi letterali, puoi imporre agli studenti di studiare la tua storia contraffatta, puoi far carriera e ti puoi arricchire nel latifondo della Repubblica Bella Ciao, puoi diventare il padrone che prima delegittimavi e gambizzavi, prendendo il suo posto mentre il popolo lavorava, come ora lavora, perplesso ora come allora davanti alla tua boriosa violenza: ma il voto, no, il voto sufficiente a essere maggioranza non lo prendi. E la realtà, di cui fa parte la verità democratica che ti espelle, che ti sente come un elemento estraneo nel corpo del Paese che apparentemente hai occupato interamente, ti si rivolta contro, passiva, ripiegata, ma resistente: la realtà della vera resistenza italiana.

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