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Provenzano: "Perché guardo Sanremo". Asse con la Schlein: salta il Pd

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Esistono ormai due Pd, forse inconciliabili. E le parole di Giuseppe Provenzano testimoniano come l'ipotesi della scissione non sia solo fanta-politica o "terrorismo" alla vigilia delle primarie. Il vicesegretario dem nonché ex ministro per il Sud nel governo Conte 2, in una intervista al Fatto Quotidiano commenta la presenza del presidente ucraino Volodymyr Zelensky in collegamento all'Ariston per la finalissima del Festival di Sanremo, sabato 11 febbraio, con parole decisamente chiare e dure. "È bene discutere della guerra e della pace, ma io guardo il festival per ascoltare le canzoni, non per discutere di politica - spiega -. Avrei preferito che lo facesse il Tg1 della Rai: evidentemente è troppo occupato dalla maggioranza, che arriva al 70% di presenze".

 

 

 

Piccola nota a margine: sull'opportunità dell'ospitata al presidente ucraino si sono già esposti, in termini critici, sia il segretario della Lega Matteo Salvini, della Lega, sia Carlo Calenda, leader di Azione e del Terzo polo, all'opposizione. La riflessione di Provenzano sullo strapotere della maggioranza in Rai dunque non sta in piedi, visto che a difendere il videocollegamento è proprio il suo partito, il Pd. Semplicemente, Provenzano sposa la linea anti-ucraina dei "pacifisti" del Movimento 5 Stelle, che ha fatto breccia anche in buona parte dell'apparato Pd. Quella parte che punta a un accordo stabile con i 5 Stelle di Conte. E che non a caso sostiene, come Provenzano, Elly Schlein alla corsa alla segreteria. 

 

 

 


Sempre la Schlein si è espressa contro la corsa al riarmo: "Condivido, ma occorre distinguere i piani. L'escalation militare in Ucraina è preoccupante, e bisogna indirizzare ogni sforzo verso una iniziativa diplomatica che porti a una tregua e a un negoziato. Però l'escalation è responsabilità della Russia, quindi non possiamo deflettere dal sostegno anche militare all'Ucraina". Un'acrobazia dialettica che, nei fatti, finirà per dare man forte a Conte, di cui Provenzano condivide anche gli attacchi politici, spesso pretestuosi e strumentali, a Giorgia Meloni: "C'è un filo rosso nelle politiche di questo governo, ed è sferrare un attacco quotidiano all'uguaglianza tra i cittadini e perfino tra i territori. Lo conferma la proposta del ministro Valditara di gabbie salariali per gli insegnanti: idea arcaica, inaccettabile". Musica per le orecchie di Giuseppe. E pure per la redazione del Fatto.

 

 

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