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Meloni, il messaggio: "Italia unica e unita. Ora basta"

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Basta polemiche e personalismi, bisogna invece remare insieme per il bene della nazione. Come fanno già i sindaci dei Comuni sotto i 15mila abitanti, quelli che fanno praticamente di tutto e che incontrano faccia a faccia ogni giorno i loro concittadini. Soprattutto, rivolgersi a un Paese unito e unico, con il dovere di assicurare a tutti gli stessi diritti, gli stessi servizi. Giorgia Meloni parla alla platea dei sindaci sotto i 15 mila abitanti, appunto, raccolti a migliaia da Poste Italiane per il lancio del progetto Polis, ma non parla solo a loro. "L’Italia è una sola, unica e unita", scandisce il presidente del Consiglio che garantisce sull’impegno per la coesione del Paese e assicura al contempo che "non ci saranno cittadini e aree del Paese di serie A e di serie B". Sottolineatura di non poco conto in un momento di riforme e di timori di scelte a velocità diversificate.

 

"Il messaggio che si manda con questa iniziativa è che vogliamo unire l’Italia, rafforzare i legami tra le zone centrali e le aree interne e ricucire il tessuto tra le città più grandi e quelle più piccole", aggiunge la Meloni, che promette: "Vogliamo garantire a tutti i cittadini, indipendentemente da dove vivono o lavorano, lo stesso identico diritto ad accedere ai servizi in maniera semplice e veloce". "Non ci rassegniamo all’idea che ci siano cittadini di serie A e di serie B, territori di serie A e di serie B, servizi - rimarca ancora - di serie A e di serie B". Parla, il presidente del Consiglio di "una sola Italia, con servizi uguali per tutti e diritti uguali per tutti, una sola Italia nella quale lo Stato e le sue articolazioni si mettono insieme al servizio dei cittadini, invece di considerare, come a volte è accaduto, che i cittadini fossero al servizio delle istituzioni".

 

Una "sola Italia", sottolinea la Meloni, "nella quale nessuno possa sentirsi escluso, o figlio di un dio minore, o abbandonato dalle istituzioni. Una sola Italia che lavora insieme per essere più moderna e inclusiva". "Di fronte alle sfide che abbiamo davanti", dice ancora il premier, "tutti i livelli istituzionali devono darsi lealmente aiuto a vicenda. Nel tempo che viviamo, nella congiuntura in cui siamo chiamati a operare penso che non ci sia spazio per personalismi, per le piccole beghe politiche sulla pelle dei cittadini". E conclude: "Penso che si debba lavorare tutti insieme, con lealtà, nel rispetto delle differenze ovviamente, perché questa nazione ha bisogno della responsabilità della sua classe dirigente. Questa nazione può ancora essere moderna, un esempio da seguire per gli altri, un modello che gli altri copino. Abbiamo insegnato tanto ma l’Italia può ancora insegnare tanto e non dobbiamo dimenticarlo". 

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