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Pd, menzogna contro Rocca: "Sta coi boss". Toh, chi è questa donna

Brunella Bolloli
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Pensare prima di parlare, regola aurea per evitare di pestare la melma, specie quando si è già finiti dentro e non si può dire di esserne completamente fuori. È il caso di Sara Battisti, consigliera regionale uscente della Regione Lazio in corsa per la ricandidatura nel Partito Democratico, compagna di quell’Albino Ruberti che la scorsa estate ha scatenato il panico nel centrosinistra locale (e non solo) mostrando i muscoli e facendo la voce grossa nel corso di una cena a Frosinone con altri big laziali dei dem. Era il capo di Gabinetto del sindaco di Roma Gualtieri, prima ancora braccio destro di Nicola Zingaretti alla Regione, era il super manager che gestiva da vero dominus l’amministrazione capitolina con un temperamento che, negli anni, gli è valso il soprannome di Rocky, come il pugile interpretato da Stallone nel celebre film, soltanto che qui Hollywood o Cinecittà non c’entrano: la cena con sfuriata non era una fiction, ma realtà.

 


Lui che urlava ai fratelli De Angelis e ad altri commensali (sempre di area Pd): «Io li ammazzo... Devono venire a chiedere scusa per quello che mi hanno chiesto... A me non me dicono “io me te compro”. Se devono inginocchià. Altrimenti io lo scrivo a tutti quello che ’sti pezzi de... m... mi hanno detto... Io gli sparo, li ammazzo». Da una finestra sopra il ristorante un residente ha filmato tutto con il telefonino: la lite, le minacce, le frasi da toro scatenato (o alterato) di Ruberti che poi, travolto dalla vicenda pubblicata da Il Foglio, prima ha cercato di spiegare che si trattava di una discussione vivace su questioni di calcio, poi si è detto dispiaciuto e ha rassegnato le dimissioni dal Comune. Alla serata turbolenta era presente anche la fidanzata Sara che, poverina, nel tentativo di placare la furia di Albino si è sentita pure prendere a

male parole dal suo uomo: «Sara se stai dalla parte loro io prendo le conseguenze....».

SPARATA AL COMIZIO - Passano i mesi e ora è lei ad essere al centro della polemica. Forse dimentica del polverone di agosto, la donna di Rocky è stata immortalata sempre da Il Foglio mentre durante un comizio le spara grosse contro il candidato governatore del centrodestra. «Francesco Rocca non è un ragazzo che ha avuto un momento di fragilità quando la madre stava male», ha detto domenica nel suo intervento ad Aquino, «Francesco Rocca è legato al clan di Ostia che gestisce il narcotraffico e per questo ha legami profondi con questi tessuti mafiosi e illegali che abbiamo combattuto sul litorale romano». Perfino chi la ascoltava sotto al palco ha rumoreggiato pensando: «Ma questa che ’sta a dì?», mentre all’assessore Alessio D’Amato, sfidante di Rocca per la Pisana, sono venuti i sudori freddi perché già la corsa è in salita, se poi ci si mettono pure i consiglieri a gettare fango che si ritorce contro...

LE VERE PRIORITÀ - Battisti in pratica ha accusato l’ex numero uno della Croce Rossa di essere un capo del narcotraffico, uno che fa affari con i peggiori criminali e questo la dice lunga su come i dem, ormai in crisi di nervi, non distinguano tra buoni e cattivi e parlino solo per attaccare l’avversario. In Parlamento stanno conducendo una battaglia per l’anarchico Cospito che è al 41-bis, uno che, a quanto pare, con i boss di mafia e ’ndrangheta trattava davvero, i dem vanno in carcere a trovarlo e riportano il suo verbo, poi presentano mozioni per le dimissioni di Delmastro e Donzelli colpevoli di avere rivelato la verità.
L’affondo senza prove della Battisti è stato un autogol. Intanto perché ha lanciato accuse non vere, poi perché, sebbene la consigliera dem non sia responsabile delle azioni del suo compagno, anche chi aveva dimenticato il caso del “pistolero” Ruberti ha potuto rispolverare la faccenda. La signora ciociara, vista la melma in cui era finita, ieri ha chiesto pubblicamente scusa e per Rocca è sufficiente così. «Avevo intenzione di denunciarla, ma per me l’incidente è chiuso», ha detto. Il candidato del centrodestra pensa già oltre: gli ospedali da riorganizzare, Amatrice da ricostruire, i trasporti. Non c’è tempo per l’odio.

 

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