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Pd, "fanno 24 voti": la più grande umiliazione nella loro storia

Francesco Storace
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Che botta per Elly. E pure per il Pd, quello che una volta era il partito degli operai. I quali hanno problemi più importanti rispetto allo ius soli, agli immigrati da accogliere, alle famiglie da trasformare modello legge Zan: e disertano le primarie del partito, con una particolare lezione alla candidata più estremista che possa esserci, la Schlein. La quale nel circolo di Mirafiori racimola appena due voti. Su 24 in totale. A loro volta poco più dei 51 iscritti complessivi, sui 20mila lavoratori dello stabilimento. E dire che Bonaccini aveva detto che il Pd sarebbe dovuto ripartire proprio da lì.Un fiasco totale. Il 26 settembre 1980 Enrico Berlinguer parlava davanti a quei cancelli: c’era una marea umana ad ascoltarlo. È la fine di un mondo. Una tradizione che si frantuma.

A Stefano Bonaccini 13 preferenze e persino a Cuperlo nove voti di compagni. Un paio, appunto, per Elly Schlein. Il sogno rivoluzionario non c’è più. E nemmeno quello del partito d’ordine. A Mirafiori il Pd non è né carne né pesce, l’identità è una favola da c’era una volta. In fondo non è certo il caso Cospito che può rianimare un partito che sbanda paurosamente. Perché per chi ha militato un tempo nel Pci, e i 24 di Mirafiori danno l’idea di essere irriducibili nostalgici, il solo accostamento all’anarchia dovrebbe far venire le bolle. Una vita da nemici. E orali vanno a trovare pure in carcere, i compagni dirigenti...
Poi, proprio quella Schlein, che riesce persino a farsi rimbrottare dalla comunità ebraica, per una battuta sul naso che poteva risparmiarsi. La Schlein è finita nel mirino della comunità ebraica proprio per la frase sul suo naso, che ha definito adunco, dunque ebreo. Per poi correggersi su «un naso tipicamente etrusco». Peggio la toppa del buco.

 

 

 

LA GAFFE

Probabilmente non volendolo (speriamo), Elly Schlein è riuscita a mettere insieme pregiudizi che non sono sfuggiti a Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma. «Se per rispondere a un deprecabile attacco antisemita sul tuo naso confermi lo stereotipo su cui si fonda, non sei di grande aiuto contro l’antisemitismo», twitta Dureghello per la gaffe della candidata al Nazareno. Ma sono primarie decisamente sfortunate queste del Pd, che dovranno concludersi il 24 febbraio. Ora stanno votando i circoli, ma aleggiano voci di brogli che fanno invidia ai manipolatori abituali di consenso nei seggi elettorali. È delle ultime ore la denuncia riguardante casi di 150 tessere fasulle anche in Sardegna. Che «vanno cancellate dall’anagrafe regionale», dice Piero Comandini, consigliere regionale e candidato alle primarie dem in Sardegna. «Bisogna precisare che con le iscrizioni online», spiega l’aspirante segretario regionale - versamenti anche per più persone, per esempio una famiglia, potrebbero essere state fatte tutte con la stessa carta di credito e questo può creare dei dubbi.

In ogni caso se le anomalie fossero verificate non ci devono essere tentennamenti, le tessere vanno cancellate». E non parliamo dei casi di Salerno e Caserta, dove sono state denunciate cifre davvero esagerate di iscrizioni al Pd. Comunque la corsa ai numeri veri non ha neppure il crisma dell’ufficialità, perché il Pd non fornisce indicazioni sugli scrutini effettuati nei circoli, lasciando ai clan che si radunano attorno a ciascun candidato il compito di sparare cifre.

 

 

 

DISACCORDI

Per ora dal voto dei circoli – poi dipenderà dall’affluenza alle primarie popolari la conferma o meno della tendenza – emerge un vantaggio iniziale di Bonaccini. Ma con dati profondamente diversi a seconda di chi stila e diffonde comunicati. Per il comitato del governatore dell’Emilia Romagna la differenza con la Schlein è di quasi 14 punti (50,22% contro il 36,37%). Per quello della deputata, invece, la distanza registrata sarebbe assai più ridotta: solo sei punti e mezzo (47,3% lei, 40,8% lui). Il che – in quest’ultimo caso – potrebbe galvanizzare le truppe per il 24 febbraio. Finirà con gli stracci, visto che la prime stime sono accolte con un tasso di spocchia non indifferente. Per Bonaccini parla il sindaco di Firenze, Dario Nardella: «Bonaccini in largo vantaggio con più del 50% di voti». Beccandosi una replica stizzita da Marco Furfaro, portavoce nazionale della mozione Schlein: «Altri avevano i sondaggi, noi abbiamo sale, teatri e piazze stracolme ogni giorno che passa (...) Siamo al 40,8%, a 6,5% da Bonaccini. Forse qualcuno pensava di aver già vinto, i dati dimostrano che c'è una voglia di cambiamento inarrestabile». Speriamo che la finiscano presto. 

 

 

 

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