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Reddito di cittadinanza, la Ue contro l'Italia: bomba su M5s e Conte

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Non solo il reddito di cittadinanza viene bocciato perché "discrimina" ma viene aperta da parte della Commissione Europea una procedura di infrazione contro l'Italia, con una lettera di messa in mora, perché le condizioni di accesso all'assegno "contro la povertà", fortemente voluto e istituito dal Movimento 5 stelle, contrastano con le norme dell'Unione europea sulla libera circolazione dei lavoratori e sui diritti dei cittadini. 

Si tratta, in particolare, dell’obbligo di aver risieduto in Italia per almeno 10 anni: il reddito, secondo l’esecutivo Ue, dovrebbe essere accessibile ai cittadini Ue che ne hanno diritto, a prescindere dal loro passato per quanto concerne la residenza. Il requisito dei dieci anni di residenza in Italia per la Commissione costituisce una "discriminazione indiretta", poiché è più probabile che cittadini non italiani non lo rispettino. 

Il reddito, tra l’altro, avverte l'Ue, discrimina anche i beneficiari della protezione internazionale, che non hanno accesso alla misura. Infine, il requisito della residenza potrebbe scoraggiare gli italiani dall’andare a lavorare all’estero, dato che potrebbero non essere più qualificati per il reddito, una volta tornati. 

L'Italia ora ha due mesi di tempo per rispondere; in caso contrario, la Commissione potrebbe decidere di portare la procedura allo stadio successivo, il parere motivato.

Proprio oggi 15 febbraio il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, intervenendo alla presentazione del documento generale di indirizzo del Civ Inps sul reddito di cittadinanza ha affermato che il governo "non lascerà indietro chi deve essere assistito. Ci stiamo impegnando a portare quante più persone possibili all’interno del circuito del lavoro". 

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