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Storace, squadrismo rosso contro Valditara "appeso a testa in giù"

Francesco Storace
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Uccidete quel ministro. L’ordine parte dai cattivi maestri, da quelli che sfilano in corteo urlando slogan orribili, dagli eroi senza volto che vergano le loro minacce sui social. E quando mettono la loro impronta in rete con nome e cognome sognano di diventare martiri al servizio di una rivoluzione ridicola e aizzata dai soliti noti che scambiano le scuole per centri sociali. Oggetto del loro odio è Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito che vuole semplicemente che a scuola si torni a studiare e magari a rispettare chi insegna.


Un ministro che non passa inosservato proprio perché vuole una scuola che formi davvero gli studenti, apra loro il mercato del lavoro, trasmetta valori positivi e non ubbie ideologiche. Anche se ci sono persino presidi che invece hanno in testa più la politica che la cultura. E che si dovrebbero rendere conto del valore delle parole che trasmettono agli studenti: i più esagitati le esaltano per far male esasperando quel che leggono. Perché in tempi tesi come quelli che stiamo vivendo, non c’è proprio bisogno di professori che intingono la loro penna nel veleno. Anziché dialogo, predicano conflitti. E questa è l’ultima cosa che ci aspetteremmo da chi è pagato dagli italiani per educare e non indemoniare. La dottoressa Annalisa Savino, preside dello scientifico Leonardo da Vinci di Firenze, davvero se lo poteva risparmiare di scrivere una “circolare” modello bollettino, ovviamente ad invocare il solito pericolo fascismo che «in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a se stessa da passanti indifferenti». Ogni riferimento ai fatti accaduti davanti al Michelangiolo di Firenze è puramente voluto. Senza alcun dubbio su quanto effettivamente successo, visto che ci sono video che circolano e raccontano verità opposte a quelle ufficiali della propaganda di sinistra. 
 



NEMICO IMMAGINARIO
Per poi aggiungere, questa preside presa dalla fobia per il nemico inventato alla bisogna, che «chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura. Senza illudersi che questo disgustoso rigurgito passi da sé.

Lo pensavano anche tanti italiani per bene cento anni fa ma non è andata così». Ecco, chissà quale sarebbe la reazione della dottoressa Savino se qualcuno pensasse che chi “va lasciato solo” possa essere proprio una persona come lei, con i suoi giudizi manichei. Ora, provate ad immaginare che cosa possa passare nella testa di chi legge la sua “circolare” e, instabile mentalmente, decida di passare all’azione. E siccome quelle della preside fiorentina non sono le prime né saranno le ultime parole fuori luogo, ecco perché ronzano nella capoccia dei più esagitati le voglie di vendetta. Che si scatena contro chi semplicemente vuole una scuola ordinata. E quindi arriva il turno di una persona seria come Giuseppe Valditara, diventato l’emblema di un potere da colpire, da posizionare inevitabilmente a testa in giù, come professa la barbarie che si impadronisce delle teste più giovani (e malate). Sui social c’è l’imbarazzo della scelta.

NON CI VOGLIONO STARE
Il ministro dell’Istruzione è da sempre un bersaglio facile e a lui subito è arrivata la solidarietà del leader della Lega Salvini: «Auspico che il ministro Valditara riceva il sostegno di tutte le forze politiche, nessuna esclusa. Violenze e minacce non ci fermeranno, avanti tutta». Quando al dicastero di viale Trastevere c’è un esponente di destra, della Lega, diventa un nemico oggettivo. Se poi si è messo in testa di premiare chi merita, non è più sopportabile trovarselo in mezzo ai piedi. E quindi via alla gara scema, odiosa, pericolosa, sui social. Con chi inneggia alle occupazioni scolastiche per il solo fatto che “Valditara sia ancora vivo”. Se ne deduce che per riportare la pace nelle scuole bisogna ammazzare il ministro. A sinistra c’è qualcuno che invita alla calma o chiama la polizia? Le minacce partono in primo luogo da un centro sociale tristemente noto, come ha denunciato proprio sulla rete il deputato europeo della Lega Alessandro Panza: sono quelli «del centro sociale di Askatasuna, la solita feccia di figli di papà con poca voglia di lavorare». E con tanta voglia di menare le mani invece. Di fronte a quello che accade sarebbe indubbiamente ora di prenderli e far passare loro qualche brutto quarto d’ora nelle patrie galere. Perché l’Italia possa tornare finalmente ad essere un paese civile con ministri nelle condizioni di lavorare per la Nazione senza dover rischiare la loro vita. 

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