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Rosy Bindi, frase esplosiva sulla Schlein: "Dimmi perché?"

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Fuoco amico su Elly Schlein. Rosy Bindi, tra le fondatrici del Partito democratico e per quattro anni anche presidente, alle primarie di domenica non ha votato, ma dalle colonne della Stampa che l'ha intervistata si rallegra dell'elezione, con le primarie, di Elly Schlein la prima segretaria femminista del Pd ("Questa è un'ottima notizia", dice a Francesca Schianchi). Vanno bene i suoi punti programmatici ("mi piace quello che ha detto"), ma alle parole devono seguire i fatti, ammonisce la Bindi. Per esempio fa notare l'ex presidente Pd, "mi sarebbe piaciuto che come primo atto fosse andata a Crotone. Un gesto simbolico che vuol dire: sull'immigrazione, che non è un'emergenza ma un fenomeno strutturale, si costruisce una nuova sinistra. E domenica notte non l'ho sentita parlare della guerra". 

 

 

Qualcosa da dire, Rosy Bindi, ce l'ha anche sul fatto che per la prima volta sia eletta segretaria del Pd una candidata arrivata seconda nel voto tra gli iscritti. Bisogna "interrogarsi sullo strumento delle primarie. Non per abolirlo, ma per farlo diventare qualcosa di più costruttivo", puntualizza l'ex presidente dem." Secondo me, dovrebbe poter votare solo chi partecipa al dibattito del processo costituente". Inoltre "tra la vita interna del partito e chi ne ha a cuore le sorti ma non ne fa parte, c'è una distanza che va colmata". Rosy Bindi resta dell'idea "che lo scioglimento del Pd c'è stato nei fatti con il voto di domenica: è evidente che quello che c'era non andava più bene". Quanto al rischio di scissione Bindi, che non ha più la tessera Pd, non si sbilancia: "Chi ha votato Schlein vuole un Pd più caratterizzato a sinistra: il mio auspicio è che lei riesca in questa ricostruzione della sinistra, tenendo però unito il partito".

 

 

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