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Elly Schlein? "Sta parlando di te": Pd, il big umiliato davanti a tutti

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"Ehi, sta parlando di te". E non in termini lusinghieri. Brutta domenica per Andrea Orlando. L'ex ministro della Giustizia e poi del Lavoro, eternamente a galla nei marosi del Pd anche per la grande stima che l'ex presidente Giorgio Napolitano ha nutrito nei suoi confronti conclude l'Assemblea dem con una piccola soddisfazione: c'è anche lui nella direzione del partito frutto del nuovo corso intrapreso dalla segretaria Elly Schlein. Per ora, la partenza è stata piuttosto prudente, all'insegna del classico tutti-dentro che è un po' il contrassegno del partitone della sinistra, forse l'ultima eredità del veltronismo originario. 

 

 

 

Nel "board" del Pd trovano posto gli ex di Articolo Uno, da Alfredo D'Attorre a Maria Cecilia Guerra, le (ex) sardine come Mattia Santori e Jasmine Cristallo, i mammasantissima come Goffredo Bettini, Peppe Provenzano e lo stesso Orlando. Tutti quanti sostenitori della Schlein alle primarie, certo. Ma piuttosto lontani come impostazione politica. Poco importa però, perché Elly non poteva permettersi di far saltare il Nazareno a pochi giorni dalla sua investitura a leader. 

 

 


Cosa succederà nel prossimo futuro, difficile a dirlo. Intanto Fabrizio Roncone, sul Corriere della Sera, registra il clima gelido che si respirava nell'hotel di Roma che ha ospitato domenica l'Assemblea Pd, con tanti capicorrente che sarebbero stati sorpresi dalle parole molto dure della neo-segretaria sul tema degli assetti interni. "Non vogliamo più vederli!", urla la Schlein dopo 20 minuti, riferendosi proprio ai "cacicchi" e ai "capibastone". Molti di loro sono seduti tra le prime file, e non la prendono bene. "Ne provocano uno (ma con un filo di voce, vigliacchi) - riporta il perfido retroscena di Roncone -. «Ehi, Andrea: Elly stava parlando anche di te». Andrea Orlando non si volta, finge di non sentire o proprio non sente, lo sguardo fisso sul palco, sulla candidata che lui, dopo un’iniziale incertezza, alle primarie ha pure sponsorizzato con forza".

 

 

 

Era entrato nell'androne della Nuvola all'Eur "come uno dei più potenti sultani del Nazareno", sottolinea ancora il cronista del Corsera. Ne esce un po' a pezzi, umiliato nell'animo prima ancora che politicamente. Come lui, Bettini (assente), Nicola Zingaretti ("Seduto in alto, sulla sinistra, vicino alle scalette: una sfinge (e però c’era cascato nel trappolone retorico, quando lei, con preamboli dolciastri, lo aveva persino ringraziato del lavoro svolto da segretario — sì, certo, figurati — e lui l’aveva salutata da lontano)", Dario Franceschini ("Di pietra; le sue truppe osservano sentendosi ancora forti: capo, quali sono gli ordini?", Giuseppe Provenzano. No, non saranno mesi facili per loro, convinti di poter contare ancora molto nelle dinamiche interne al Pd. Ma forse saranno tempi ancora più duri per la Schlein. 

 

 

 

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