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La Russa? "Ciarpame fascista": gli insulti del fedelissimo della Schlein

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"Ciarpame fascista". Ignazio La Russa ha detto al Corriere della Sera di non avere più intenzione di parlare e commentare di fatti storici sui giornali, se non a colloquio con storici. Ma a sinistra non ci sentono e come spesso accade cavalcano l'anti-fascismo per colpire non tanto il presidente del Senato, ma la premier Giorgia Meloni. Ricapitoliamo: La Russa, intervistato da Emanuele Ranucci e Pietro Senaldi a Terraverso, il podcast di Liberoquotidiano.it, definisce l'attentato partigiano di via Rasella "uno degli episodi meno gloriosi della Resistenza", sottolineando come l'agguato a "una banda musicale di semi-pensionati, non di Ss" abbia poi portato alla rappresaglia nazista e alla strage delle Fosse Ardeatine.

 

 



Le parole rilasciate al Corsera per spegnere le polemiche, però, non vanno giù a Roberto Morassut, deputato del Pd ed esponente dell'ala sinistra del partito che alle ultime primarie ha sostenuto con convinzione la neo-segretaria Elly Schlein. Le sue accuse incarnano alla perfezione l'aria radicale che soffia sul Nazareno. "Ignazio La Russa, non pago delle assurdità pronunciate ieri, torna su Via Rasella per evidenziare la presunta viltà del gruppo gappista che portò a termine l'azione patriottica a Via Rasella senza un confronto a fuoco 'faccia a faccia'. E non dice che ben due sentenze nel 1957 e nel 1999 hanno posto fine a ogni interpretazione diversa da quella di un legittimo atto di guerra. E non ricorda, soprattutto, che la rappresaglia del rastrellamento che condusse alla strage delle Fosse Ardeatine fu attuata prima che fosse diffusa la notizia della reazione nazista con 10 italiani per ogni nazista ucciso in via Rasella".

 

 

 

"In sostanza - conclude Morassut - l'ordine era già stato eseguito prima che i gappisti e la popolazione sapessero della rappresaglia. La cosiddetta 'regola' dei 'dieci italiani per ogni tedesco ucciso' non esisteva nemmeno in via generale. Perché non era mai stata divulgata né utilizzata. Quello delle Fosse Ardeatine fu il vero atto di somma viltà criminale, ma La Russa non lo ricorda. Fa bene, come dice, a non occuparsi più della storia. Non la conosce e la racconta secondo i registri sepolti del ciarpame fascista". 

 

 

 

Come Morassut, anche Filippo Sensi (ex portavoce del premier Matteo Renzi e oggi senatore Pd) picchia duro su La Russa: "Il Presidente del Senato insiste. Se possibile, peggiora la sua posizione. C’è una sola parola per definirla. Una sola strada per contrastarla. Tutto nella nostra Costituzione, nei fondamenti della Repubblica, della democrazia della quale portiamo il nome come Pd". L'impressione è che anche in mancanza di ulteriori sviluppi, le opposizioni continueranno ad attaccare il centrodestra su questo punto fino al 25 aprile, con una settimana "di proroga" fino al 1 maggio.

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