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Friuli Venezia Giulia? Il voto dimostra che gli omofobi non stanno a destra

Alessandro Gonzato
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E adesso, compagni, con l’omofobia come la mettiamo? Cos’è quella storia della destra, anzi «delle destre» per dirla come i salottieri chic dei talk militanti, retrograde e troglodite? Toh: il centro destra che ha stravinto alle Regionali del Friuli 64% a 28 contro l’“Armata BrancaSchlein” Pd-5Stelle confermando alla presidenza il leghista Massimiliano Fedriga ha eletto in Consiglio anche due omosessuali dichiarati, e non sarebbe una notizia - lo sappiamo bene - perché ognuno ha il sacrosanto diritto di avere i gusti sessuali che vuole. E però, per l’appunto, la sinistra è da giorni che ha ripreso a martellare contro il centrodestra che vorrebbe togliere un diritto di qua e un altro di là perché è intollerante, non rispettale diversità e blabla bla- per alcuni addirittura odia le diversità come i nazisti - e invece...

 


Invece è successo che Fratelli d’Italia, quei razzistacci, quei fascistacci, quei medievali del partito guidato dalla prima donna presidente del Consiglio nella storia della Repubblica hanno consentito a Stefano Balloch e Alessandro Basso di entrare nella stanza dei bottoni della Regione del profondo Nordest. Balloch è già stato sindaco di Cividale del Friuli ed è il marito di Tommaso Cerno, direttore del quotidiano L’Identità. Ed è stato proprio Cerno, guarda un po’, ex senatore del Partito democratico a suggerirgli di candidarsi: «È stato Tommaso a insistere perché accettassi questa sfida, io consideravo finita la mia esperienza amministrativa e non pensavo di ricominciare in un nuovo partito».


Ha ricominciato da quello delle camicie nere che però esistono ancora solo nelle menti rosse e ideologicamente arcobaleno. Balloch critica il modo in cui la sinistra ha provato a imporre al parlamento il ddl Zan come se non ci fossero già le leggi che vivaddio puniscono le discriminazioni sessuali. Balloch che dice «basta stereotipi», che «la sinistra parla tanto ma poi la prima premier donna l’ha eletta il centrodestra». E cosa dice Basso, di professione preside, riconfermato nell’assemblea del Friuli Venezia Giulia e di lunga militanza meloniana? Primo: «Non ho mai avuto bisogno di fare coming out, non è che se sei gay devi fare una conferenza per dirlo. È noto a tutti», dice a Libero, «che vivo da tempo con un uomo, che peraltro è sindaco e fa parte anche lui di un partito del centrodestra». Ma come, compagni Dem: un consigliere regionale di Fdi che ama pubblicamente - e ci mancherebbe altro- un sindaco delle destre? Compagni spiazzati. Compagni imbarazzati. Compagni che immaginiamo le loro facce, oggi, quelle di sempre quando la realtà (quasi sempre) smentisce coi fatti le loro balle, spesso infamanti. A proposito: quanti omosessuali ha eletto in Friuli la sinistra? Non pervenuti, come i candidati. «All’interno del nostro partito ci sono anime differenti, ma rivendichiamo il ruolo della famiglia tradizionale. Questo non vuol dire che abbiamo una mentalità chiusa», sottolinea Basso.

 

 


NIENTE FORZATURE
Cosa-cosa? Un omosessuale che difende le figure di papà, mamma e figli concepiti da una madre non surrogata? «Sono contro alle adozioni non previste dalla legge, all’utero in affitto e alla trascrizione all’anagrafe dei figli delle coppie omogenitoriali, perché in questo momento non è regolamentata, le forzature non servono. Sono un conservatore, e respingo al mittente le polemiche della sinistra». Pensate un po’ che il secondo più votato in Consiglio (3.319 voti) è il fedrighiano Stefano Mazzolini di cui ignoriamo le preferenze sessuali - e neanche ci interessano - ma sono alle cronache alcune sue iniziative “gay friendly”, come quella che già nel 2014 ha riguardato gli hotel della sua zona (è stato consigliere comunale a Tarvisio): «Queste tipologie di offerte esistono in tutto il mondo», aveva detto, «e lo ritengo un segno di civiltà oltre che un vantaggio competitivo in termini di presenze». Anche lui parla con Libero: «Non avevo dubbi che la lista del nostro presidente avrebbe ottenuto un grande risultato.
È il frutto di un lavoro sul territorio serio e concreto». Altro che baggianate dei compagni... 

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