Il centrino sfumato

Carlo Calenda, Lilli Gruber lo gela: "Forse lei è troppo litigioso"

Carlo Calenda va al massacro. A Otto e Mezzo, nel salotto di Lilli Gruber, il leader di Azione viene messo davanti alle sue responsabilità. Lilli Gruber attacca subito: "Il Terzo Polo si è sciolto, il partito unico con Renzi non ci sarà. Non ha il dubbio che la colpa sia sua? Forse troppo litigioso?". Calenda balbetta e risponde a fatica: "Io sono diretto, non litigioso, forse la politica va fatta in un altro modo". A questo punto arriva Beppe Severgni che rivolgendosi a Calenda afferma: "Io non ho capito nulla. State facendo una figura grottesca. E nemmeno gli italiani e gli elettori hanno capito nulla di questa lite nel Terzo Polo".

Calenda però incassa e ribatte: "Escludo la possibilità di ripensamenti, c’è stato un logorio del rapporto di fiducia. Ieri avevamo l’ultima riunione per chiudere il documento. Eravamo tutti riuniti ma la Boschi dopo mezz’ora non arrivava e intanto uscivano sue agenzie in cui diceva che sono il peggio dell’universo. Quando è arrivata ha detto ’io sono una parlamentare e posso dire quello che voglio:; le ho risposto figuriamoci, ma ci sono dati di fatto e chiacchiere da bar’. Il dato di fatto: ieri è stato presentato un documento a cui è stato detto di no. Fine".

 

E ancora: "Questo partito non è nato perché uno dei contraenti non ha voluto e vado in televisione per spiegare al mio elettorato perché è successo. Ho il dovere e nessun piacere di spiegare la questione al posto di trattare i contenuti. È caduta una promessa elettorale e ho l’obbligo di spiegare. Perchè abbiamo l’idea dei cittadini come beati ebeti che non vogliono interessarsi e capire? Al posto di parlare di Renzi vorrei spiegare che ho mandato a Schlein una proposta sul salario minimo". Infine per i toni accesi di questi ultimi giorni, Calenda afferma: "Non ho insultato nessuno, ho posto problemi politici. Renzi non voleva fare il partito unico. Prima ha provato a dire di no nonostante fosse una proposta elettorale, poi ha provato a fare melina e non si è fatto trovare. Voleva tenere in vita Italia Viva per fare politica nel 2024. Ma da due partiti non ne possono nascere tre, e da lì è nata la rottura. Tutto questo va bene, si può cambiare idea. C’è un’unica cosa insopportabile: il tentativo di buttarla in caciara, quello che ha determinato nelle ultime settimane di insulti. Non serve a niente, basta dire di non volerlo fare, nessuno obbliga".