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Meloni? Carlo Rossella: "Pericolosa, intossica l'Italia". Siluro a sorpresa

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Parla di "intossicazione meloniana" Carlo Rossella. Un veleno che "solo Silvio Berlusconi potrebbe" togliere "ma temo che viva già in un altro tempo, in un’altra condizione". In una intervista a Il Fatto quotidiano, il fedelissimo del Cavaliere, presidente di Medusa Film, attacca il presidente del Consiglio Giorgia Meloni: "Questa donna è pericolosissima", prosegue. Come la definisce Giuliano Ferrara, "è una ducia, ha dentro di sé il seme della tirannia naturalmente aggiornato alle consuetudini di questa nostra fiacca modernità. Il suo obiettivo è sottomettere, il suo cerchio magico è la famiglia e non va oltre i confini del piccolo lembo familista, il suo traguardo è fare un uso monocratico della delega popolare. Io sono sinceramente impaurito".

 

 

Berlusconi, osserva Rossella, era ed è "di un altro pianeta, di un altro spessore e un’altra fede democratica". Giorgia Meloni invece è "fascista dentro, ma la vede come sta stendendo la stampa, come sta ammutolendo le voci critiche?". E ancora: "C'è una regressione, una facinorosità sconosciuta, un arraffa arraffa che avanza nel silenzio conformista e in questo tempo cloroformizzato", "ha visto come ha cacciato i presidenti di Inps e Inail? Vedrà quel che farà alla Rai". Rossella non nasconde il legame che aveva con Berlusconi quando assunse la guida del Tg1, ma allora, sottolinea, "non c’era il rumore del tacco che ordina e dispone".

 

 

Quindi, Rossella tira alla Meloni l'ultima bordata: "Ho conosciuto Gianfranco Fini, persona squisita. Al mio telegiornale ho dato la responsabilità dei servizi notturni a Massimo Magliaro che veniva da Alleanza nazionale (d’altronde la notte è nera). Ma era un gentiluomo" mentre "la premier odora di fascio da un miglio", ha "dei modi così poco raffinati, e un linguaggio intriso in un livore, un atteggiamento piuttosto plebeo e il desiderio di occupare ogni spazio". Insomma è "incommensurabile la distanza che separa Berlusconi da Meloni (e in tutta sincerità non credo che a lui questa leadership femminile garbi tanto)". Il punto è che a Silvio "non gliene frega più niente ormai.E allora amen. Però c’è la carta di riserva: gli italiani si stufano presto di ogni novità".

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