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Meloni, la confessione di Renzi: "Il collega mi diceva peste e corna di lei. Poi..."

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"Alla vigilia del G7 un consiglio non richiesto mi sento di darglielo": Matteo Renzi ha scritto una lettera a Giorgia Meloni sul Riformista, il quotidiano di cui è direttore editoriale, in un articolo dal titolo "Consigli non richiesti a Giorgia". All'inizio, però, ha fatto una premessa: "La Presidente Meloni non ha bisogno di suggerimenti. Dopo i primi mesi, a cominciare dal G20 di Bali, ha già sufficiente esperienza internazionale. E poi fatica ad ascoltare gli amici, anche con qualche ragione: figuriamoci gli avversari".

Poi ecco il consiglio dell'ex premier: "Sigli una tregua con Macron, subito. Perché la guerra con la Francia non serve a nessuno. Soprattutto: non serve all'Italia". E ancora: "Nel merito Francia e Italia non hanno questioni insormontabili. Se c'è da discutere si discuta, se c'è da competere si competa. Ma il vero problema è che i due, Macron e Meloni, non si prendono. La Presidente ha stretto un buon rapporto con molti leader".  Renzi, poi, ha fatto una confessione: "Uno dei suoi colleghi capi di governo europeo mi aveva detto peste e corna di lei prima di conoscerla. Gli avevo risposto: ci lavorerai meglio di quanto pensi. Mi ha cercato dopo qualche settimana: avevi ragione, Matteo. I due sono ormai inseparabili compagni di sigaretta nelle pause dei lavori. Ma con la Francia Meloni deve mettere da parte la sua antipatia epidermica"

Il punto, secondo il leader di Italia viva, è che l'Italia ha bisogno di mantenere una buona relazione con la Francia: "Sull'economia da soli non andiamo da nessuna parte, né noi e neppure i francesi anche se dicono il contrario. E allora basta con gli slogan, basta con la narrazione superficiale di un conflitto che spazia dalla Gioconda alla testata di Zidane a Materazzi. Facciamo un salto di qualità e facciamo un accordo serio. Macron potrebbe essere il perfetto Presidente del Consiglio europeo nel 2027. Meloni vuole essere il pilastro di un'alleanza tra Conservatori e Popolari (non facilissimo) che porti un popolare alla guida della Commissione e certifichi il ruolo dell'Italia. Gli obiettivi non sono facili ma nemmeno incompatibili. In ballo c'è il futuro dell'Europa". Infine un appello: "Abbassiamo i toni delle ripicche e alziamo il livello della politica. Solo così si difende davvero l'interesse nazionale".

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