Cerca
Cerca
+

Roberto Gualtieri, eco-suicidio: così il sindaco fa imbestialire pure la sinistra

Sandro Iacometti
  • a
  • a
  • a

Settecentomila auto bloccate su un totale di 1,8 milioni di vetture, con un esborso potenziale per i cittadini stimato in 15 miliardi. A fare i conti degli effetti devastanti dell’ideona venuta in testa a Roberto Gualtieri per ripulire l’aria della Capitale è il capogruppo di Fdi in Campidoglio Giovanni Quarzo. Ma si farebbe un errore madornale a pensare che la battaglia sulla nuova Ztl di Roma, che di fatto da novembre bloccherà tutte le auto da euro 4 in giù (che nella Capitale sono il 54% del totale) quasi fino al Grande raccordo anulare, faccia parte delle solite schermaglie tra maggioranza e opposizione. Quello che sta scatenando l’iniziativa del sindaco dem è un pandemonio che non trova paragoni neanche con i momenti più difficili di Virginia Raggi.

 

 

 

BUFERA

Inutile pensare alle mandrie di cinghiali, alle montagne di immondizia, ai dieci centimetri di guano sul lungotevere. Anche quando faceva del suo peggio la sindaca qualcuno che rimaneva al suo fianco ce l’aveva sempre. Stavolta è diverso. All’interno della bufera che si sta abbattendo su Gualtieri c’è di tutto: la rabbia furiosa dei cittadini, petizioni e raccolte firme che spuntano ovunque, annunci di mobilitazioni selvagge (per oggi alle 17 è prevista una manifestazione dei comitati no Ztl), la rivolta dei parlamentini locali di ogni colore, la protesta del centrodestra in Campidoglio e i dissensi nella maggioranza. Ma soprattutto ci sono loro, gli ambientalisti. Non tanto quelli di M5S, pur sempre all’opposizione, quanto quelli di Sinistra Civica Ecologista e Alleanza Verdi Sinistra, che hanno presentato una nota contraria con una trentina di firme in calce.

Persino i paladini della transizione ecologica e delle emissioni zero temono che «la misura così concepita rischi di penalizzare le fasce più deboli, che non hanno la possibilità di passare a veicoli meno inquinanti». Risultato: Gualtieri e la sua giunta sembrano avviati verso una terrificante Canossa. Sentite questa. Dopo aver cercato di scaricare la patata bollente prima sull’Europa, che avrebbe aperto diverse procedure d’infrazione anche per la qualità dell’aria di Roma e poi sulla Regione, sia la vecchia gestione, che avrebbe imposto le nuove norme attraverso un piano varato nel 2018 addirittura più severo di quello che si vuole attuare, sia quella attuale, a cui il Comune si sarebbe già rivolto, l’assessore ai Trasporti Eugenio Patanè ha spiegato che tutto sommato la delibera sulla Ztl non piace neppure a lui che l’ha scritta. «Modificarla? Siamo d’accordo. Abbiamo inviato una lettera alla Regione Lazio per istituire un tavolo tecnico per modificare la delibera», ha detto come se nulla fosse.

 

 

 

VOLTAFACCIA

Una pagliacciata per il centrodestra, che ha già presentato decine di interrogazioni, controproposte e richieste di azzerare tutto. Un sollievo per la maggioranza, con il Pd che ha subito «ringraziato» il sindaco e l’assessore per aver accolto «la richiesta di rimodulare e migliorare il provvedimento sulla fascia verde». Ora toccherà con tutta probabilità alla nuova giunta della Regione Lazio guidata da Francesco Rocca provare a togliere le castagne dal fuoco a Gualtieri. Operazione non facile, perché la frittata è già stata fatta dall’altro furbacchione dem, l’ex governatore Nicola Zingaretti. È stato lui nell’ottobre dello scorso anno, ha spiegato infatti l’assessore regionale all’Ambiente, Elena Palazzo, ad «approvare il piano di risanamento della qualità dell’aria» e ad «accogliere le osservazioni di Roma Capitale». Ed ora il Comune, ha avvertito la Palazzo, «non provi a tirare in ballo l’amministrazione Rocca». Cosa, manco a dirlo, avvenuta puntualmente. «Siamo certi della collaborazione della Regione per tutelare le fasce deboli della popolazione», hanno fatto sapere i dem. Un modo come un altro per tentare un goffo scaribarile su una giunta che si è insediata un paio di mesi fa. 

 

 

 

Dai blog