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Matteo Renzi umilia Elly Schlein: una foto e due parole

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Un diluvio, su Elly Schlein. Il giorno successivo al tracollo alle amministrative del Pd, sostanzialmente sconfitto ovunque, nemmeno la stampa d'area, quella più vicina alla sinistra, riesce a mascherare il clamoroso flop. Repubblica si arrende e titola in prima pagina: "Il vento della destra". Quindi La Stampa di Massimo Giannini, quotidiano schieratissimo: "Meloni stravince, al Pd solo Vicenza" (con un candidato che non ha voluto Elly Schlein in città per la campagna elettorale, aggiungiamo noi).

E ancora, il debenedettino Domani va dritto al punto con sorprendente lucidità: "Meloni batte Schlein 10 a 3. Per la sinistra è una Caporetto". Quindi Il Fatto Quotidiano, certo non vicino al Pd, ma neppure così ostile: "Morituri te salutant", taglia corto un Marco Travaglio al solito corrosivo. 

Già, la sconfitta è totale, tanto che nel partito è già iniziato il processo ad Elly Schlein: troppo assente in campagna elettorale, troppo ambigua sui temi-cardine del partito, troppo lenta ad andare in Emilia Romagna e "assente" nel difendere Stefano Bonaccini sulla vicenda del Commissario per l'emergenza alluvione. Già, i dem si interrogano: la segretaria è la scelta giusta? Stando ai primi riscontri, la risposta appare profondamente negativa.

 

E nella rassegna delle prime pagine non può certo mancare il Riformista, il quotidiano che vede Matteo Renzi in veste di direttore editoriale. Proprio quel Matteo Renzi che puntando, va da sé, sul riformismo riuscì a portare nel 2014 il Pd al 40%, cifre mai viste né prima né dopo. Proprio quel Matteo Renzi "espulso" dal Pd perché troppo poco di sinistra e che, dunque, col Pd ha ovviamente il dente avvelenato (Schlein lasciò il partito nel 2015, quando era all'Europarlamento, proprio in aperta polemica con l'allora segretario).

Bene, eccoci dunque alla prima pagina del Riformista: una foto di un banco zeppo di microfoni, sullo sfondo il logo del Pd, ma nessuna faccia, nessuna persona, nessun leader insomma. Sopra la foto, il titolo: "Cercasi riformisti". E ogni riferimento ad Elly Schlein non è puramente casuale: Renzi serve una prima vendetta contro una segretaria di cui, a naso, non condivide nulla.

 

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