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Festa dell'Unità, la nuova lotta di classe: arruolano i ragazzini delle medie

Hoara Borselli
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Sapete cosa c’è in programma alla Festa dell’Unità di Montespertoli? Una cena. Vabbè, che c’è di strano? Da che mondo e mondo le feste dell’Unità son fatte soprattutto di cene, salsicce e canzoni di lotta, no? Sì, ma questa è una cena di classe. Logico, direte voi, la festa dell’Unità è una festa che si ispira ai valori della lotta di classe. No, di classe, di scuola, di medie. I ragazzini delle classi secondarie andranno a fare la cena di fine anno scolastico proprio lì, alla festa dell’Unità. Nella casa del Pd. Ora capite che quando poi si parla di prepotenza non si esagera né punto né poco, come dicono a Montespertoli. Che un partito decida di fagocitare le classi dei ragazzini delle scuole medie va oltre ogni possibile immaginazione. Sì, quando Togliatti, 80 anni fa, inventò questa genialata delle Feste dell’Unità, che servivano al Pci per avvicinarsi al Popolo, per superare il freno delle ideologie, degli schieramenti, per svolgere il proselitismo soft dell’intrattenimento, molto prima, addirittura, che in Italia apparisse la tv, agli attivisti furono insegnati molti trucchi per conquistare le masse, qualcuno forse anche scorretto, ma a nessuno era venuto mai in mente di “catturare” gli alunni di una scuola.

 

 

C’è poi da chiedersi un’altra cosa. E gli insegnanti? E il preside della “Renato Fucini” non hanno niente da dire? Si sono allineati agli ordini del partito? Oppure l’idea è stata proprio della scuola? Allora meriterebbe un’attenta riflessione anche il perché di tale scelta. Domanda retorica con risposta scontata. Secondo voi è normale trovare il nome di una scuola pubblica nel calendario degli eventi di una manifestazione partitica? No, non lo è. Viene meno quel principio di imparzialità dell’istruzione pubblica. Nelle recite alle scuole elementari si canta “Bella Ciao”, per festeggiare la chiusura dell’anno, i ragazzini devono riunirsi alla Festa dell’Unità. Scusate ma non sentite puzza di indottrinamento? Ovvio che la platea dei ragazzini faccia molta gola perché sono plasmabili, condizionabili, sono cavie perfette. Ora ci sono a Montespertoli diverse persone che stanno chiedendo al Pd di cancellare l’iniziativa. E alla scuola di scusarsi. Vi ricordate nei vecchi fumetti degli anni Cinquanta il grido che spesso ricorreva: «Contrordine, compagni!»? Beh, seppure per una questione meno drammatica, sarebbe il caso di ripeterlo quel contrordine, se non altro per non superare i limiti della decenza.

 

 

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