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Meloni-Schlein? Perché la sfida è già finita: la piddina non regge il confronto

Gianluca Mazzuca
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Non era ancora primavera quando l’elezione a sorpresa, lo scorso marzo, della Schlein a segretaria del Partito Democratico aveva fatto brindare in molti, giornalisti compresi, perché, per la prima volta nella storia della Repubblica, al piano nobile del Palazzo avevano preso posto due donne: Giorgia Meloni ed Elly, appunto. Da allora, sono trascorsi poco più di tre mesi, ma di quei cin-cin si sono già perse le tracce per un motivo molto semplice: la meteora Schlein – cittadinanza statunitense, nazionalità svizzera ed accento emiliano - si è appunto dimostrata solo una meteora. Si potrebbe anzi parlare di un nuovo Titanic ma, considerando cosa è successo l’altro giorno per vedere il relitto del transatlantico negli abissi dell’Oceano, il paragone sembra inopportuno.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la presenza della “numero uno” del Pd, sabato scorso, alla manifestazione dei Cinquestelle con un clima da “volemose bene” tra i due partiti che ha fatto imbestialire anche molti esponenti del Pd. Gli stessi che si sono arrabbiati ancor più dopo aver ascoltato, 48 ore dopo, la relazione di Elly alla direzione nazionale dei democratici in cui ha annunciato «un’estate militante».

A questo punto, anche nella sede che una volta era quella delle Botteghe Oscure si stanno cominciando a prendere le adeguate contromisure per combattere l’“uragano-Schlein” ed il presidente Stefano Bonaccini, che è leader della corrente moderata, è pronto a muovere le sue pedine nella controffensiva contro la sua ex-vice alla Regione Emilia-Romagna. Tutti i nodi verranno probabilmente al pettine nel corso della “convention” di tale corrente che si svolgerà a fine luglio.

 

Comunque andrà a finire, sono già in soffitta i tanti affreschi che erano stati fatti solo poco tempo fa sul duello che sarebbe andato in onda tra quelle che erano state ribattezzate le protagoniste della politica italiana. Nessun confronto tra le due perché c’è troppa disparità nelle forze in campo. E pensare che sulla sfida tutta al femminile erano stati versati fiumi d’incontro, C’è chi, come il sottoscritto (e di questo chiedo venia), considerando le origini familiari di Giorgia ed Elly, aveva sostenuto che, nel corso degli anni, le due erano andate un po’ controcorrente, politicamente parlando, perché la prima è cresciuta in una borgata romana mentre la seconda proviene da una famiglia agiata. 

Tanti confronti e tanti paragoni che si sono dimostrati assolutamente inutili: se la Meloni è sempre più la “first lady” della politica italiana, la Schlein deve subito affrontare gli esami di riparazione. E pensare che, da piccola, la segretaria del Partito Democratico veniva chiamata «la secchiona» dai suoi compagni di scuola perché passava ore sui libri di testo. Oggi non farebbe forse male che, per cercare di recuperare dopo i brutti voti rimediati finora in pagella, prendesse qualche ripetizione da un bravo professore-politologo. Magari dalla stessa Giorgia.

 

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