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Fratoianni non rispetta l'ambiente: occhio a questa foto

Alessandro Gonzato
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Henry Ford quando vedeva passare un’Alfa si toglieva il cappello. Noi quando su un’Alfa vediamo passare Nicola Fratoianni ci tocchiamo e prendiamo l’estintore, non c’è un secondo da perdere. Povero Fratoianni: l’Alfa 156 Jtd rosso fiammante su cui viaggiava, auto a gasolio, modello di inizio anni duemila, un gran bel mezzo che però col "green è bello, green a tutti i costi" sbandierato dal capo di Sinistra Italiana c’entra poco, è andata a fuoco. Distrutta. Lui non s’è fatto niente, e per fortuna. Che sfiga l’incendio. Capita. Però, Fratoianni, che figura da Soumahoro! Partiva da Foggia, il toscanaccio pisano capo di Sinistra Italiana, comunista cresciuto a pane e Rifondazione. Era diretto a Campobasso, e c’era quasi arrivato. Una settantina di chilometri in cui prima del comizio per le elezioni regionali del Molise si sarà di sicuro ripassato la parte a memoria, soprattutto quella sulla strenua difesa dell’ambiente, suo chiodo fisso assieme ai selfie con Richard Gere sulle navi delle Ong. Fratoianni è il socio di Angelo Bonelli, il capo dei Verdi, anche lui padre putativo del deputato ivoriano con gli stivali di gomma.

 

 

I PREPARATIVI - Allora, avrà pensato il Fratoianni: parto con le pale eoliche, poi esalto gli attivisti di Ultima Generazione e me la prendo coi fascistacci della Meloni e di Salvini che disprezzano il clima, mi scaglio contro l’inquinamento da barbecue, arringa contro le salamelle e i wurstel e dico che i grilli sono più ecosostenibili no aspetta i grilli non li tiro fuori sennò mi chiedono di Beppe e i passamontagna però lo stop alle macchine a benzina e diesel nel 2035 sì, lo invoco eccome, lo butto lì anche in inglese... il “green deal”. No... no, Dio bonino cosa succede! No... No! Maremma diavola impestata! Male detta! Macchina in panne. Fumo alto tre metri. Fuori 30 gradi. Dentro di più. Fratoianni sguscia dalla portiera, s’allontana e manda in malora l’Alfa. Ma non è colpa dell’Alfa! L’Alfa il suo lavoro l’ha fatto, eccome, vent’anni su e giù per l’Italia, anche a Capalbio. È colpa dell’incoerenza di Fra toianni che per quegli 80 chi lometri tra Foggia e Campo basso poteva noleggiare un mezzo elettrico, to’, il pulmino con cui faceva campagna elettorale Enrico Letta. Ah no: il pulmino lo aveva lasciato a piedi dopo 40 chilometri. Però insomma: bastava che Fratoianni lo lasciasse in cari ca quelle 6-7 ore (solo per l’andata s’intende), e il problema non si poneva. Avrebbe evitato un sacco di Co2.

E invece con quella macchina a gasolio ha inquinato; ha inquinato due volte per colpa delle fiamme; tre volte, perché è dovuto intervenire il carroattrezzi; in quinamento quadruplo, per ché Fratoianni si è fatto veni re a prendere per arrivare al comizio. Poteva prendere un torpedone, Fratoianni: è o non è incentrato sul trasporto pubblico il programma elettorale di Sinistra e Verdi? Ma guarda sto bischeraccio: vuol far cambiare la macchina a tutti gli italiani, soprattutto ai poveri cristi che un Euro 6 o 7 non se lo possono permettere, e lui se ne va in giro con un’auto che nel centro di Milano - ormai il regno dei monopattini che se fossimo in Veneto si chiamerebbero monapattini e i conducenti monapattinatori- nelle Ztl, nelle zone preferite dalla sinistra che piace alla gente che piace non poteva nemmeno avvicinarsi.

 

 

Fratoianni aveva una gran fretta di raggiungere l’amica progressista Elly e Giuseppe Conte. Dovevano stringere il “patto della limonata”, inteso come conciliabolo elettorale per fermare quei razzistacci delle destre. Ce l’ha fatta ad arrivare, ma anche Conte se l’era vista brutta.

“LE BIMBE DI CONTE” - Mentre andava in Molise un’auto della sua scorta è stata coinvolta in un tamponamento a catena sulla A1. Tutti illesi anche in questo caso, sospiro di sollievo, e Giuseppi ha ripreso la marcia e fatto in tempo anche a posare con le “bimbe di Conte”, il suo fan club, che è andato in visibilio. Fratoianni quel successo non ce l’ha. Faceva però una certa presa sulle infervorate del “green”, con quei suoi slogan tutti “falce ed elettrico”, “monopattino e martello”, “hasta lo stop ai combustibili fossili siempre”. E però adesso che gli è andata a fòco la macchina a gasolio- qualcuno sosteneva che fosse a benzina ma non sarebbe cambiato nulla Fratoianni è stato scaricato. Come hanno fatto lui e Bonelli con Aboubakar Soumahoro dopo che è scoppiato il casino delle cooperative di migranti gestite dalla moglie e dalla suocera. E chissà che Soumahoro, dopo essersi accertato delle condizioni dell’ex compagno Fratoianni, una risata non se la sia anche fatta. Evviva il compagno Fratoianni! 

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