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Giorgia Meloni annienta la sinistra: "Marziani che perderanno sempre"

Pietro De Leo
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C’è una chiave di lettura, per dir così, bipolarista che la premier italiana Giorgia Meloni definisce in un’intervista a Fox News, la tv americana cara al popolo conservatore. Così, infatti, legge lo schema politico consolidato nel Vecchio Continente: «La grande differenza tra le forze conservatrici e quelle della sinistra è che noi ci preoccupiamo della realtà, loro vogliono un mondo che non è quello in cui vivono. Ma non se ne preoccupano. Questo è, secondo me, quello che avviene in Europa. Per questo hanno fatto molti errori tentando di seguire il loro approccio ideologico».

Insomma, il solco è chiaro. E lo si vede in alcuni retaggi che si materializzano nel dibattito comunitario, basti pensare al tema ambientale. L’ex Commissario Ue Frans Timmermans, che lascerà l’incarico per tornare alla politica nazionale in Olanda, è stato artefice di una visione orientata ad una transizione ecologica a tappe forzate (esempio ne sono lo stop alle immatricolazioni di mezzi a motore endotermico al 2035 e la direttiva per le case green) che prefigurano un terremoto per le economie nazionali, in particolare quella italiana, a danno degli investimenti delle famiglie in campo immobiliare e di un comparto fondamentale come l’automotive.

 

 

Ma c’è un altro tema che segna il grande problema della sinistra europea, non tutta per dir la verità, ed è il rapporto con l’immigrazione e lo sdoganamento di un’illusione multiculturale che si è materializzata nell’esatto contrario, ovvero ghetti, separazioni, tensioni sociali. Per non parlare, poi, del dossier Lgbt, dove la rivendicazione delle libertà individuali si è trasformata, anche qui, nel suo opposto, cioè in esercizi di polizia ideologica che puntano a stravolgere anche il linguaggio. Mentre il cittadino ha ben altre preoccupazioni. Sarà per questo che un po’ ovunque, dalla Svezia alla Francia la sinistra è in affanno. Per non parlare dell’Italia, dove il Pd è in grave crisi di proposta ed identità.

E dunque, dice Giorgia Meloni, i cittadini «nei momenti difficili vogliono essere governati da qualcuno che non ha quell’approccio ideologico e utopico». Proprio in questa fase l’agenda politica vede delle enormi complessità. Che la premier italiana affronta a tutto tondo, dopo l’incontro con il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden da lei stessa definito «aperto e lungo. Abbiamo discusso a lungo in un momento nel quale le cose intorno a noi sembrano cambiare. La discussione è stata molto buona».

Il tema dei temi, in questo momento, è senz’altro la guerra in Ucraina. La giornalista di Fox, Maria Bartiromo, le ricorda le dichiarazioni dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, di nuovo in corsa per Casa Bianca, secondo cui l’America avrebbe pagato un prezzo troppo alto per il sostegno a Kiev. Dice Giorgia Meloni: «L’Europa è quella che ha sofferto di più a causa della guerra: penso agli effetti dell’inflazione, e agli impatti del conflitto sul costo dell’energia e delle materie prime». In questo quadro, aggiunge, l’Italia «ha fatto molto», e spiega: «Nella mia prima legge di bilancio ho dovuto mettere 30 miliardi per i costi dell’energia. Siamo molto colpiti dalle conseguenze della guerra e di questo bisogna tenere conto».

 

 

Altro argomento centrale, poi, è quello dei flussi migratori. «Non sono qualcosa che si può affrontare solo sul fronte della sicurezza – spiega Meloni - Dobbiamo combattere i trafficanti. Queste organizzazioni stanno diventando sempre più potenti, usano il loro denaro e il loro potere anche contro lo Stato, ma noi non possiamo lasciare che sia la mafia a decidere chi viene nei nostri Paesi». Questo, si allaccia alla cooperazione con Africa, che «deve essere un attore globale, è un continente con grandi risorse dal punto di vista energetico». Infatti, «negli anni precedenti l’Occidente ha dato consigli all'Africa, ma non abbiamo mai dato una mano». Ora, invece, «c’è bisogno di cambiare approccio, portare investimenti», seguendo «un approccio che sia utile per entrambi».

Sul piano internazionale, poi, c’è una scadenza che arriverà a fine anno, ovvero il rinnovo o meno dell’accordo con la Cina sulla “Via della Seta”. In merito, dice la presidente del Consiglio, «non abbiamo ancora deciso. Dobbiamo discuterne in Parlamento e prenderemo una decisione entro dicembre». Uno sguardo, poi, all’economia sul piano interno. L’Italia, spiega Meloni, «cresce più delle altre grandi economie europee», ed in questo quadro «abbiamo il più alto tasso di occupazione, occupazione stabile e femminile». 

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