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Schlein, petizione farlocca: "Firmano anche Paperoga e Heidi", ecco come

Alessandro Gonzato
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Elly... Elly... ti sorridono i monti/Elly, Elly, le caprette ti fanno ciao! Anche Heidi ha firmato la petizione della sinistra sul salario minimo. L’hanno fatto anche le sue compagne d’avventure. Ieri abbiamo evidenziato che alla sottoscrizione dei partiti d’opposizione può aderire chiunque usando nomi fasulli, la stessa mail all’infinito o un’altra inventata al momento - hanno firmato Stalin, Sbirulino, l’Ape Maia, Ken il Guerriero - ed ecco la Schlein che tramite i social del Pd si agita: «Stamattina i giornali di destra attaccano la nostra raccolta firme, insinuando dubbi ridicoli. Hanno paura della forza della mobilitazione di migliaia di persone e del salario minimo. Continuiamo a firmare, siamo quasi a quota 300mila! Firma qui, salariominimosubito.it». Poco dopo su Twitter un simpatizzante del Pd, che però non pare un fan di Elly, è caustico: «Ci attaccano non sapendo che non esistiamo».

L’ELENCO SI ALLUNGA
Ieri dopo Heidi e le caprette hanno firmato Paperoga, Pippi Calzelunghe, Mila e Shiro. Abbiamo inserito i loro nomi e il relativo cap da caselle di posta differenti. Ma niente, Schlein festeggia: «Siamo quasi a quota 300mila!», 100mila in più ogni giorno, ma solo noi abbiamo votato per il salario minimo una cinquantina di volte. «Potranno anche essere milioni», commenta un altro elettore di sinistra (e deluso) su Twitter, «ma se non c’è nessuno che autentica le firme...». Attenzione: spunta il nome di Gargamella, di sicuro a caccia del Grande Puffo, altro sottoscrittore di giornata. Sui social la petizione viene spernacchiata da tutti. La sinistra viene sbertucciata a ripetizione, tra i parlamentari non parla nessuno tranne il verde Angelo Bonelli che esulta per il superamento delle «240mila firme». Evviva! Verso sera i Dem diffondono un comunicato a nome del partito: «Vi tranquillizziamo, le firme doppie e i nomi di fantasia vengono rimossi e non conteggiati». Come: a mano o in automatico? C’è un addetto? «L’Uomo Tigre no, Mario Rossi sì...».

IL METODO
Che poi, chi lo dice che Mario Rossi non sia un nome inventato dalla segreteria del Pd per far salire il conteggio? I Dem cuor di leone mandano avanti Donato Apollonio, che è il responsabile della gestione dati del Partito democratico il quale al sito Pagella Politica prova a mettere una toppa, ma è peggio del buco: c’è un motivo dietro alla possibilità di poter firmare più volte la petizione con lo stesso indirizzo email, spiega l’informatico. Se il sito dicesse a una persona che il suo indirizzo è già stato usato - continua chiunque in possesso di quell’indirizzo potrebbe scoprire se chi lo usa ha sottoscritto la petizione. Ah, motivi di privacy, dunque: come abbiamo fatto a non pensarci! Il responsabile informatico del Pd chiarisce poi che nel conteggio delle firme un indirizzo usato più volte vale uno.

Ammettiamo che sia vero (ma ovviamente non c’è alcuna conferma): e se La Sirenetta, il Re Leone e il Pappagallo di Portobello fossero la stessa persona che dispone di tre mail? Sono in tanti, ormai, ad averne almeno due, e a crearne una decina ci si impiega una mezzoretta non di più. E infatti è lo stesso sito Pagella Politica a sottolinearlo: «Discorso diverso vale per le email differenti, usate dalla stessa persona per sottoscrivere la petizione, magari usando un nome che non è il proprio. In questo caso il sistema non è in grado di abbinare in maniera univoca la firma della petizione con un unico firmatario. Per fare questo sarebbe servito un sistema più complesso, per esempio basato sul sistemo pubblico di identità digitale, lo Spid, usato in passato per sottoscrivere le richieste di referendum abrogativo sull’eutanasia e la legalizzazione della cannabis».

Arriva la notizia che la sinistra, che pur sostiene compatta il salario minimo- tranne Italia Viva - riesce a dividersi sul comitato che deve coordinare la raccolta firme (e vien da chiedersi il perché): Azione e +Europa non ne fanno parte, «scelta tecnica, non politica», dichiarano. Il Pd in questo comitatone è rappresentato da Marta Bonafoni e Gaspare Righi, i 5Stelle da Nunzia Catalfo e Vito Crimi, Verdi e Sinistra da Gianfranco Mascia e Nico Bavaro. A sera (ne diamo conto nell’articolo in basso a pag.2) hanno annunciato misure d’emergenza per potenziare il server che raccoglie le firme.

PSICODRAMMA
A metà giornata aveva parlato la capogruppo di Fdi in commissione Lavoro, Marta Schifone: «Le opposizioni vivono uno psicodramma, il tanto sbandierato successo della petizione è una fake news. Come scrive e accerta Libero tra i firmatari ci sono Stalin e Sbirulino (...) Noi andiamo avanti con il consenso dei cittadini, loro con quelli dell’Ape Maia: da Totò Truffa ’62 a Pd Truffa 2023 è un attimo». Anche Totò Truffa ha sottoscritto la petizione della sinistra. La grillina Catalfo replica: «A giudicare dalla risposta di questi primi giorni in cui è stato raggiunto il traguardo delle duecentomila firme, mi sembra che quello del salario minimo sia un tema molto sentito da tutti. Spero che GiorgiaMeloni e la sua maggioranza non restino sordi». Ad Heidi? Difficile. Acci-picchia, qui c’è un mondo fantastico, Elly, Elly, candido come te... E via di jodel: Holalaidi, Holalaidi... 

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