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Lega, alla festa anche il vescovo di Ventimiglia. E la sinistra grida allo scandalo

Lo.S
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Il sacerdote impegnato è benedetto. Ma solo se si impegna a sinistra. L’ultima polemica in materia arriva dal Ponente ligure, in particolare da Ventimiglia. Qui il vescovo, monsignor Antonio Suetta, ha avuto l’ardire di accettare l’invito a un dibattito organizzato in occasione della festa provinciale della Lega di Imperia. Di prelati e sacerdoti intervenuti a feste e congressi di sinistra se ne contano a decine, di solito accolti da applausi e scappellate compiaciute per la vicinanza dimostrata alle tematiche sociali e “agli ultimi”. Un invito della Lega, però, non si può proprio accettare e, infatti, subito si è scatenata la polemica dei partiti di sinistra e delle associazioni in difesa degli immigrati. Del resto, l’immigrazione è un tema molto caldo a Ventimiglia, terra di confine con la Francia. Senza contare che monsignor Suetta in passato aveva già scatenato polemiche per aver mostrato il proprio dissenso verso la legge Zan sull’omofobia.

 


Perciò, da sinistra non è sembrato vero poter cogliere l’occasione di un altro attacco al vescovo. «Nessuno si dovrebbe stupire», dicono dalle associazioni del territorio. «Con questo incontro si capiscono tante cose tra quelle successe in tema di accoglienza negli ultimi anni a Ventimiglia». Secondo altri, «tutto e legittimo, ma perché andare a braccetto con il partiti che in questi anni tanto male ha fatto per il nostro territorio e le persone in transito». Chi abbia deciso che la Lega abbia nuociuto al territorio, non è dato saperlo, ma tant’è. E quale sarebbe la famigerata colpa di cui si sarebbe macchiato monsignor Suetta? Partecipare a un dibattito dal titolo: «Europa e civiltà cristiana».

 

 

Addirittura “civiltà cristiana”, quale orrore per un sacerdote. «Si tratta di un dibattito su un tema culturale di attualità», spiega il prelato. «Sono stato invitato e la mia partecipazione non significa l’adesione a una forza politica o alle iniziative di partito». Precisazione ovvia, ma probabilmente al vescovo non vengono perdonate le posizioni assunte in passato, quando ha sostenuto che «è bene accogliere ma i migranti vanno aiutati a casa loro». Un consiglio: per emendarsi da simili peccati monsignore dovrebbe almeno andare a Canossa a una festa dell’Unità o in un circolo di Avs, meglio se accompagnato da un “prete di strada” di quelli che piacciono alla gente che piace. 

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