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Soumahoro, il ritorno tra accuse e insulti: "In piazza contro i razzisti"

Alessandro Gonzato
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Mancava solo l’invasione delle cavallette. Finora non c’è stata ma è tornato Soumahoro. L’Africa si riversa a Lampedusa, la nostra Guardia costiera salva migliaia di vite al giorno, la Germania non accoglie più un migrante dall’Italia e ci ricatta; dalla Francia i gendarmi rispediscono tutti i richiedenti asilo a Ventimiglia, il nostro Paese è pieno di veri e finti profughi, e il deputato ivoriano - colpo da fuoriclasse - è pronto a scendere in piazza come un Maurizio Landini della Cgil, solo più incazzato, perché di migranti ne vuole ancora di più. Massì, nel centro d’accoglienza dell’isola siciliana che ormai deve ospitarne 7mila al colpo c’è posto. Il limite è di 800? Si stringeranno.

IL MIRACOLATO
Aboubakar Soumahoro
in Italia ha trovato l’America, miracolato e catapultato in parlamento dalla premiata e scapigliata ditta Bonelli-Fratoianni, paladini di Verdi e Sinistra che appena all’ivoriano è scoppiata la grana della moglie e della suocera indagate per i presunti reati legati alle cooperative di famiglia- a vario titolo distrazione di fondi pubblici, fatture false, stipendi non pagati a immigrati e non l’hanno scaricato in un minuto come Roberto Saviano e i compagni dei talkshow militanti. Come se Abou non l’avessero mai conosciuto, e fa niente se l’avevano portato perfino dal Papa.

 

 

Aboubakar a cui l’Italia ha elevato il reddito da 9.150 euro all’anno a 100mila circa accusa il governo di razzismo e «afrofobia», ha detto così, e ci arriviamo. Prima il grido di battaglia, che Abou lancia da un video registrato nel suo ufficio da onorevole, camicia candida e cravatta vinaccia: «E' il momento di scendere in piazza». Lo ripete: «E' il momento di scendere in piazza, di dire basta a chi vuole tenere schiacciati degli esseri umani con lo scopo di una finalità meramente elettorale», ha detto così, ancora. «Bisogna dire basta al paternalismo. Bisogna dire basta», ecco, «all’atteggiamento razzista, basta a un sistema di accoglienza che anziché dare una prospettiva di autodeterminazione alle persone le trasforma in merci parcheggiate. Per questo motivo», rilancia Soumahoro, «ci stiamo organizzando, perché noi in piazza scenderemo», assicura l’onorevole entrato il primo giorno a Montecitorio brandendo il pugno chiuso, indossando e mostrando alle telecamere stivali di gomma sporchi di fango, simbolo della lotta di quei braccianti che nel Foggiano in parte l’hanno accusato di essersi fatto vedere solo per racimolare voti e poi puff... sparito come un Bonelli-Fratoianni-Saviano qualsiasi.

Peraltro un ex socio di Abou, tale Soumalia Sambare, ha denunciato a Striscia la Notizia che quegli stivali erano suoi: «Ridammeli, mi servono per lavorare!». Sarà vero? Chissà. Abou riparte alla carica: «La morte di una bimba di soli 5 mesi a pochi metri dal molo di Lampedusa è un pugno nello stomaco per tutti noi, e al contempo un grido di giustizia. Lampedusa è al collasso. Oggi ci sono 7mila migranti, un numero addirittura maggiore della popolazione stessa dell’isola». Dunque bisogna farne arrivare ancora? Preferivamo il video in cui Soumahoro scoppiata la grana famigliare fingeva di piangere e reclamava «il diritto all’eleganza» della sua signora: «Non riuscirete a seppellire le idee di Aboubakar (parla in terza persona, ndr)... Sono una persona integra, pulita. Integra, pulita! Voi mi odiate...». Ma chi ti odia, Abou!

 

 

 

VELENO A CASACCIO
E invece Soumahoro stavolta in video parla dei «risultati della fallimentare politica del governo in materia di immigrazione, redistribuzione e accoglienza... la presidente Meloni venga in aula a riferire. L’immigrazione non si può affrontare con l’approccio razzista e afrofobico dei porti chiusi». “Afrofobia”, dalla Treccani, «sentimento di ostilità, paura e intolleranza nei confronti del continente africano, dei suoi abitanti e delle loro culture». Abou parla del Paese che da inizio anno ha accolto 14mila suoi connazionali, in tutto già 130mila afro-discendenti di ogni nazionalità. Che ogni giorno ne soccorre a frotte nel Mediterraneo. L’Italia in cui solo gli stranieri regolarmente residenti sono 5 milioni. «Nelle prossime settimane faremo numerosi incontri pubblici per finalizzare una nostra proposta per affrontare questa sfida. Non vogliamo solo criticare», precisa Abou, «ma offrire risposte concrete». Soumahoro ha la soluzione per l’esodo dall’Africa. Preferivamo il diritto all’eleganza.

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