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Ponte, i Verdi si inventano l'ingegnere negazionista

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Una interrogazione parlamentare non si nega a nessuno e così, forse, non fa neanche più notizia che il capo dei Verdi, Angelo Bonelli, voglia interrogare il Parlamento «sulla scelta di un coordinatore con posizioni scientifiche discutibili». La vicenda è quella relativa alla nomina del professor Alberto Prestininzi, ordinario di Ingegneria della Terra presso l’università La Sapienza di Roma, noto, malignano gli ambientalisti, per essere il leader dei negazionisti climatici in quanto firmatario, in passato, della petizione “There is no climate emergency”, tradotto: l’emergenza climatica non esiste. 

Avere scelto lui al vertice del comitato scientifico che deve portare alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina è un affronto, sostengono i rosiconi green, e questo a prescindere dalle competenze tecniche di Prestininzi.

 

Accanto all’ingegnere ci sono nomi di alto profilo nella squadra decisa dal Mit e avallata da regione Sicilia e regione Calabria: c’è Claudio Borri, ordinario di Scienze delle costruzioni presso il dipartimento di Ingegneria civile e ambientale dell’Università di Firenze, con specializzazione in Strutture e aerodinamica, Andreas Taras, ordinario di costruzioni in acciaio e strutture composite presso l’Eth di Zurigo; Sara Muggiasca, professore associato del dipartimento di Ingegneria meccanica del Polimi, direttrice della Galleria del vento; Mauro Dolce, ordinario di Tecnica delle costruzioni alla Federico II di Napoli, esperto in Rischio sismico e vulcanico; Francesco Karrer, professore ordinario di Urbanistica presso La Sapienza, Giuseppe Muscolino, ordinario di Scienza delle costruzioni presso l’Università di Messina, Paolo Fuschi, ordinario di Meccanica delle strutture all’Università di Reggio Calabria e Alessio Ferrar, ordinario di Ingegneria geotecnica all’Università di Palermo. 

Eppure, per i comitati locali contrari alla costruzione del Ponte, il problema è Prestininzi. E Bonelli può annunciare soddisfatto: «Porterò la questione in Parlamento».

 

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