Sergio Cofferati torna nel Pd. L’ex segretario confederale della Cgil ha preso la tessera dem a Genova. "Ho deciso di iscrivermi di nuovo al Pd perché condivido l’orientamento che il partito ha preso dopo l’elezione di Elly Schlein alla segreteria. Penso sia giusto dare una mano: la stagione del renzismo è definitivamente finita". L’ex segretario della Cgil, in un colloquio con La Stampa, dice di condividere "le politiche che il partito sta portando avanti in questi mesi: il Pd è un partito di sinistra, con un’eredità e una storia da valorizzare". Per Cofferati, "economia ed Europa devono essere i temi su cui concentrarsi. Bisogna puntare a una crescita che crei nuovi modelli di competizione, che garantiscano risultati rispettando i diritti delle persone e puntando al miglioramento della qualità delle loro vite", aggiunge.
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Non è un complotto, è il metodo dei mercati e di chi mal tollera una democrazia... troppo democratica. I d...Parole che hanno giù creato tensioni al Nazareno. "Quando si entra o si torna in un partito sarebbe buona norma rispettare le persone che ci sono, che in questi anni hanno militato e lavorato per questo partito, le loro idee, le loro storie. Rispettando le persone si rispetta il Pd", commenta il senatore Filippo Sensi in un post pubblicato sui suoi canali social. "Le riforme hanno sempre bisogno di un tagliando, alla luce delle cose che hanno funzionato e dei problemi nati nell’implementazione. La furia iconoclasta con cui alcuni - ultimo Cofferati - si scagliano contro il Jobs Act non aiuta a ragionare e guardare avanti", aggiunge la deputata Pd, Lia Quartapelle.
Giuseppe Conte, Andrea Scanzi: "Dopo il voto", il piano per annullare Schlein
Andrea Scanzi, giornalista de Il Fatto Quotidiano, è stato ospite di Otto e mezzo, il programma di approfondiment..."Se qualcuno nel Pd approva il Jobs Act deve spiegare qual è il contenuto riformista di quella brutta legge (cit. Sergio Cofferati). Ero responsabile Lavoro nella prima segreteria Renzi. Pronta ad argomentare cosa siamo riusciti a fare e dove non siamo arrivati", chiosa Marianna Madia.