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Matteo Salvini e la nomina di Amato: "Anch'io perplesso"

Michele Zaccardi
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«Mettere un costituzionalista ad occuparsi di Ai lo trovo curioso, condivido la perplessità del Presidente Meloni». A intervenire sul giallo della nomina di Giuliano Amato alla testa del comitato che dovrà studiare l’impatto dell’intelligenza artificiale sull’informazione e l’editoria, è stato il vicepremier Matteo Salvini. A margine del secondo giorno dell’Assemblea nazionale di Anci, l’associazione dei comuni, in corso a Genova, il leader della Lega è dunque tornato sul caso, sottolineando l’inopportunità della scelta. Già lunedì sera, del resto, la premier Meloni aveva fatto trapelare alle agenzie la propria «irritazione» per essere stata tenuta all’oscuro della nomina del suo predecessore a Palazzo Chigi e presidente della Corte costituzionale fino al 18 settembre del 2022. Un caso che è poi rientrato martedì mattina, quando, durante la prima riunione della Commissione algoritmi, lo stesso Amato, in veste di presidente, ha ribadito di essere pronto a farsi da parte.

Posizione che l’ex premier aveva poco prima espresso anche al sottosegretario con delega all’Editoria, Alberto Barachini. Il quale gli aveva assicurato che il problema non riguardava la sua persona, quanto il metodo seguito per la scelta. E cioè condividerla con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, senza però comunicarla a Meloni. Da qui l’irritazione del Presidente del Consiglio. «Oggi (martedì, ndr) la commissione, grazie al chiarimento con il premier Giorgia Meloni con cui mi sono scusato personalmente per il disguido di comunicazione, ha iniziato i propri lavori» ha detto Barachini. Insomma, è stato tutto un malinteso. Preso da altre e tutt’altro che secondarie incombenze, come la riforma fiscale e la Legge di Bilancio, Mantovano, infatti, si è scordato di informare la premier.

Poi, sull’affaire Amato, si sono moltiplicate le speculazioni. Dietrologia che ha trovato un appiglio nella separazione, avvenuta venerdì, tra Andrea Giambruno e Meloni, dopo i “fuori onda” sul giornalista trasmessi da Striscia la Notizia. La tesi era che la scelta di Amato da parte di Barachini, ex giornalista Mediaset, fosse legata a una ritorsione da parte di Forza Italia. Una lettura che è stata subito smentita dal leader di Fi, Antonio Tajani. «Il governo può dormire sonni tranquilli» ha dichiarato martedì il ministro degli Esteri. «Forza Italia» ha aggiunto, «è leale, seria, credibile e affidabile». Lo stesso concetto lo ha espresso ieri il titolare dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. Tra Fdi e Forza Italia «non c’è nessun livello di tensione, lo dico sinceramente» ha spiegato, sempre a margine dell’assemblea Anci, l’esponente di Fi. «Ci sono una serie di interlocuzioni su temi importanti che sono di ordine politico e di ordine tecnico, ma devo dire sinceramente di no» ha concluso Pichetto Fratin, rispondendo alle domande dei cronisti su eventuali frizioni tra i due partiti della maggioranza. Tutto risolto, dunque. Per quanto riguarda i compiti della Commissione algoritmi, il comitato guidato da Amato dovrà elaborare una relazione finale entro la prossima estate. Il rapporto sarà consegnato alla premier Meloni e al comitato dedicato al tema che è stato istituito da un altro sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alessio Butti. 

 

 

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