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Scherzo a Meloni? Il silenzio su Federica Mogherini: sinistra smascherata

A.V.
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C’è la telefonata che allunga la vita, come nel celebre spot, e quella che accorcia l’incarico del consigliere diplomatico del governo il quale si assume le responsabilità dell’ufficio che dirige e lascia per senso del dovere. Avrebbe potuto rimanere al suo posto e aspettare acque più calme? Il fatto è che a Giorgia Meloni e ai suoi stretti collaboratori viene rimproverata una «inadeguatezza» non riscontrabile mai altrove, come se la prima presidente del Consiglio italiano donna, per giunta leader di un partito di destra, non abbia il quid.

Se la Meloni incappa in una delle azioni di Vovan e Lexus, il famigerato duo di “burloni” russi, per il centrosinistra «è una figuraccia planetaria» e «la premier dovrebbe dimettersi e chiedere scusa»; se il medesimo “scherzo” viene fatto a Federica Mogherini, già Alto rappresentante degli Affari Esteri per l’Unione europea, la notizia passa quasi sotto silenzio. Ignorata. Eppure, l’esponente Pd sarebbe quasi più criticabile in quanto a scivoloni rispetto a una premier in carica da appena anno e questo perché Moghierini ha di sicuro una lunga esperienza nel campo della politica internazionale.

 

L’attuale rettrice del Collegio d’Europa è stata parlamentare dei democratici nonché responsabile del partito per l’Europa, è stata ministro degli Esteri con Matteo Renzi, vicepresidente della Fondazione Italia-Usa, membro della delegazione parlamentare presso l’Assemblea della Nato e la lista delle onorificenze potrebbe continuare. Però anche lei, nel 2018, è caduta nella trappola di Alexei Stolyarov e Vladimir Kuznetsov e capitò quando la coppia di “iene putiniane” decise di chiamarla spacciandosi per Nikol Pashinyan che da poco aveva prestato giuramento come nuovo primo ministro dell’Armenia. Furono almeno dieci minuti di colloquio totalmente fasullo durante il quale Mogherini (come avvenne anche per Jean-Claude Juncker, allora presidente della Commissione Ue) rispose a tutto e assicurò al finto leader armeno pieno appoggio «perché non vivete un momento facile». 

È vero, la dem non si sbilanciò sulla Russia, ma finì nel trappolone dei due ragazzi di Mosca come una sprovveduta qualsiasi. Altro che Alto rappresentante della politica estera dell’Unione. Oggi, però, Pd e M5S che attaccano Meloni non ricordano, o fanno finta. Due telefonate, due misure.

 

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