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Giorgia Meloni, lo sfogo: "Questo ruolo ti toglie tutto"

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"Questo ruolo di toglie tutto". Giorgia Meloni si svela a Bruno Vespa, nell'ultimo libro del conduttore di Porta a porta, dal titolo Il rancore e la speranza. Ritratto di una nazione dal dopoguerra a Giorgia Meloni, in un mondo macchiato di sangue, di cui il Corriere della Sera ha pubblicato delle anticipazioni. Dalla solitudine dei numeri primi alla solitudine della premier, verrebbe da dire. 

"Margaret Thatcher si faceva portare soltanto i giornali che parlavano bene di lei. Io nemmeno quelli - è lo sfogo tra il serio e il faceto della premier -. Non leggo niente per non essere condizionata. Non ho padroni, non ho niente da restituire. Mi fido solo della mia coscienza e mi interessa solo il giudizio degli italiani". 

 

Alla domanda se è cambiata dopo aver passato un anno a Palazzo Chigi come presidente del Consiglio, Meloni afferma di essere "la stessa persona" di prima. "Mai paludata per il ruolo. La franchezza di sempre. Sono schietta nel trasferire le mie convinzioni. Non abbasso la testa. Non ho complessi d'inferiorità". "Io provo a fare dell'Italia una nazione leader, da inseguire", sottolinea ricordando il vertice del Cairo sulla crisi in Israele in cui ha "spiazzato tutti" con la sua presenza, unico leader del G7. Con il presidente Usa Joe Biden "mi ci intendo bene", assicura, e "quando non sono d'accordo, glielo dico, perché sei utile, e sei amico, se dici le cose come stanno. Con Ursula Von der Leyen lavoro bene, con il primo ministro britannico Sunak siamo diventati amici. Ma anche con molti leader mediorientali e con il primo ministro indiano Modi. In India è scoppiata la 'Melodimania'. Alla fine ho scoperto di avere follower anche tra gli indiani". 

 

Quanto alla riforma costituzionale, Meloni sottolinea che "abbiamo voluto lasciare inalterati i poteri del presidente della Repubblica come elemento di garanzia assoluta. Se oggi andassi da lui chiedendogli di revocare un ministro che dà problemi, credo che non incontrerei resistenze. A maggior ragione non le incontrerebbe un presidente del Consiglio eletto direttamente dal popolo. Se poi nella discussione parlamentare si vorranno introdurre dei correttivi, vedremo".

 

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