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Mood, le origini della parola che costa carissima da Elly Schlein

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Massimo Arcangeli
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Se non cambierà registro, se continuerà a parlare nel modo in cui parla, Elly Schlein marcherà sempre più le distanze dalla maggioranza della popolazione di questo paese. La segretaria del Pd, se ti avventuri nell’analisi di un suo discorso, ti costringe ad annotare tutto ciò che dice e, anche una volta che hai trascritto quel che ha detto, ti può capitare alla fine di domandarti cosa mai avrà voluto dire. Per Concita De Gregorio con lei non si trova il titolo. Io andrei anche oltre. Con Schlein non si trova la sintesi. Alcune sue frasi funzionano magari bene a livello aforistico, ma l’insieme di quel che esce dalla sua bocca, le sue logiche argomentative, fanno acqua da tutte le parti, fino a raggiungere le somme vette tognazziane di una supercazzola. 

Non bastasse la figura barbina fatta a “Otto e mezzo” il 14 settembre scorso, quando, incalzata da Lilli Gruber, ha ripetuto a macchinetta argomenti che non conosceva, o su cui era poco preparata, ha glissato o non ha risposto nel merito in più di un’occasione, ha replicato alle domande della giornalista con formule come “Lei non ha capito” o “Le faccio una domanda io”, ha usato parole o espressioni ben distanti dalle possibilità di comprensione di un utente medio (dalle politiche di esternalizzazione alle scelte redistributive), sorelle delle emissioni climalteranti dell’intervento sul termovalorizzatore di Roma (19 aprile 2023), ieri Schlein ha arricchito di un nuovo esemplare il florilegio di un vocabolario suicida. 

 

Declinando l’invito a partecipare alla manifestazione di Atreju (Castel Sant’Angelo di Roma, 14-17 dicembre), nata (1998) in seno al movimento di Alleanza Nazionale – nel 2009 confluito nella Giovane Italia – e poi passata (2013) sotto l’ala protettiva di Fratelli d’Italia, ha dichiarato ai microfoni di Amici e nemici (Radio 24), intervistata dai due conduttori, Lucia Annunziata e Daniele Bellasio: «Non sono del mood per una festa di partito». Mood per dire giusto stato d’animo, umore più adatto per partecipare alla festa del partito della premier. Un’avversaria così Giorgia Meloni se la potrebbe tuttora mangiare in un boccone. Il Pd corra ai ripari.

 

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