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Elly Schlein, "non voglio più averci a che fare": scoppia la rivolta a sinistra

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Malumore in casa Pd dopo la partecipazione di Elly Schlein al corteo organizzato da "Non una di meno" ieri a Roma. Diversi i motivi. Innanzitutto il fatto che la manifestazione non si sia limitata alla battaglia contro la violenza sulla donne, ma che abbia tirato in ballo anche Israele e la Palestina, nonché altri temi prettamente politici. La segretaria del Pd era l'unica leader politica presente.

"Anzichè unire nella battaglia contro la violenza sulle donne, hanno prodotto una profonda divisione con quelle parole allucinanti contro Israele, ignorando le violenze del 7 ottobre", ha commentato Maria Elena Boschi, che con Italia viva ha disertato la manifestazione. Il leader di Azione Carlo Calenda pure ha parlato di "un collettivo di estrema sinistra anti-israeliano e filo-Hamas". Critica anche un’esponente della sinistra come Fulvia Bandoli: "Nel manifesto di una mobilitazione contro la violenza mi aspettavo chiara solidarietà con le donne israeliane stuprate da Hamas pochissimo tempo fa".

 

 

 

A colpire, però, è che anche dal Pd si siano levate voci piuttosto critiche, da Pina Picierno a Valeria Valente alla ex ministra Valeria Fedeli: "Mi dispiace veramente che di fronte ad una occasione unitaria per manifestare contro la cultura dello stupro si aggiungano parole d’ordine e temi che sono solo di una parte. Un vero peccato". Durissima la filosofa progressista Tamar Pitch: "Quest’anno non vado alla manifestazione. Non ditemi che si tratta di antisionismo e non di antisemitismo. Io con questa 'sinistra' e questo 'femminismo' non voglio più avere a che fare".

 

 

 

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