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Milano, l'urlo dei palestinesi: "Ebrei in piazzale Loreto"

Chiara Pisani
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E siamo a nove. E sarebbero già abbastanza. Sono già nove i cortei pro Palestina, ma anche di propaganda con l’obiettivo di fare proselitismo, mandati in scena dai palestinesi d’Italia presenti a Milano, quasi sempre di sabato, mirati a sostenere la “resistenza” di Gaza, e quindi anche quella di Hamas. Un copione, quello dei palestinesi sostenuti da centri sociali e collettivi studenteschi di estrema sinistra, ormai collaudato, messo a punto dopo il 7 ottobre, quando è scoppiato il conflitto armato come conseguenza dell’attacco terroristico di Hamas a Israele. Da quel momento, a Milano, si susseguono queste manifestazioni, che stanno portando i milanesi, e con loro i commercianti delle zone coinvolte, all’esasperazione.
Il corteo di ieri si è snodato da viale Monza, all’altezza di piazzale Loreto, dove è partito, per arrivare in piazzetta Martesana, con il solito risultato: traffico in tilt e blocco della circolazione. A maggior ragione durante il ponte di Sant’Ambrogio durante il quale milanesi (e non) si sono riversati tra le vie dello shopping e si sono trovati un’arteria commerciale e strategica completamente paralizzata dal traffico.

Presenti il movimento studentesco Cambiare Rotta, Osa (Opposizione Studentesca d’Alternativa), Sì Cobas, Rifondazione Comunista e altre sigle. Come sempre il solito rosario di slogan violenti. «Quando sono entrato in piazzale Loreto, ho chiuso gli occhi sperando di aprirli e vedere appesi nella stessa piazza due personaggi: Biden e Netanyahu. Un desiderio non mio, ma della sovranità popolare perché questa piazza ci ricorda un altro criminale fascista che è stato appeso qui (Benito Mussolini, ndr)», urla un portavoce dal palco. In apertura del corteo, a cui hanno partecipato un migliaio di persone, insieme ai fumogeni che sono stati accesi circa a metà del percorso, è stato intonata più volte “Bella ciao”. Oltre a diversi cori: «Israele fascista, Stato terrorista», hanno urlato i militanti. O anche, «Palestina terra mia, Israele via via», «Hamas è resistenza, non sono terroristi». Numerose poi le bandiere: «Vita. Terra. Libertà per i palestinesi», di Salaam ragazzi dell’Olivo, «Stop genocidio subito» e «Contro il terrorismo sionista». Subito si è voluto ricordare come venerdì all’Onu gli Usa abbiano bloccato con il veto la risoluzione del Consiglio di Sicurezza che chiedeva il «cessate il fuoco umanitario a Gaza».

 


«Tredici paesi hanno detto no al genocidio, hanno detto no al massacro, hanno detto sì al cessate al fuoco. L’unico Paese che ha votato contro la risoluzione sono stati gli Stati Uniti mentre la Gran Bretagna si è astenuta. Vogliono continuare ad ammazzare il popolo palestinese». Di più: sempre venerdì «l’amministrazione Biden ha chiesto al Congresso americano di aumentare la fornitura bellica Usa per i criminali israeliani di altri 45 mila proiettili. Loro sono complici e noi non lo siamo, abbiamo scelto la nostra strada, da che parte stare: con i criminali o con le vittime, o con gli oppressori o con gli oppressi». Percorrendo Viale Monza, il corteo è passato davanti al Carrefour, la catena di ipermercati, accusata, come tante altre, di sostenere Israele. Nel mirino anche altre aziende come Disneyland ("non ha nulla di idilliaco e contribuisce a seminare la morte") o Mcdonald ("impresa emblematica dell'imperialismo culturale"). «Da più di 63 giorni ogni giorno a Gaza vengono massacrate più di 400 persone, inermi, civili e più di 300 sono bambini e donne», spiegano dal palco gli attivisti. Civili «massacrati nelle loro case, nelle loro abitazioni, nei centri accoglienza, nelle scuole, nelle moschee, nelle chiese, negli ospedali, per la strada, per nessun motivo tranne quello di essere palestinesi».

«Non abbiamo più parole», raccontano i partecipanti, «per esprimere la nostra rabbia, il dolore e il nostro orrore per quanto sta provando il popolo palestinese sotto le bombe, tonnellate di esplosivo su ogni chilometro, o sotto le armi dell’esercito israeliano». Decine di migliaia le vittime, «numeri altissimi che non si possano tacere perché convalidati e testimoniati da tutte le associazioni umanitarie mondiali che parlano di orrore disumano e invocano un cessate il fuoco immediato, oltre che dalla stessa Onu. Ma per alcuni sono numeri, solo numeri, senza nome o appartenenza al genere umano perché la disumanizzazione del popolo palestinese è il presupposto di un genocidio come avvenne per il popolo ebraico sotto il nazismo». 

 

 

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