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Giancarlo Giorgetti: "Il Superbonus è radioattivo"

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Sul Superbonus, e in particolare sulle modalità di attuazione decise dai Cinquestelle, Giancarlo Giorgetti non è mai stato tenero. Ieri il ministro dell’Economia, ospite di Atreju, è stato durissimo: «È ancora radioattivo. Nel momento di massimo dolore per l’economia il Superbonus poteva avere senso, ma poi andava ridotto. Ora gli abbiamo messo sopra un sacco di sabbia ma continua a emanare radioattività».

Il conto da pagare, secondo l’esponente della Lega, «è arrivato a 94 miliardi e entro fine anno sforeremo i 100». Davanti a questo quadro, Giorgetti sfodera anche il paragone con la «morfina di Stato». Ecco perché: «Quando fai un’operazione hai dolori e ti danno morfina, poi vaneggi, poi succede che l’anestesista giorno per giorno deve ridurre la morfina ma normalmente il paziente ne vuole ancora. E così è andata col Superbonus». Ieri, intanto, Enea ha diffuso i primi dati sui risparmi in bolletta: a fronte di una spesa di 100 miliardi di euro, gli italiani che hanno utilizzato l’agevolazione hanno risparmiato 3 miliardi di euro. Un risultato che avvicina l’Italia agli obiettivi della nuova direttiva sull’efficienza energetica, ma conferma che sarà lunghissimo il percorso per far sì che i benefici compensino la cifra monstre spesa (dallo Stato) per rifare una piccola parte del patrimonio edilizio.

 


Ad Atreju, Giorgetti è stato molto duro anche sulla trattativa riguardante il Patto di stabilità: «Le negoziazioni sono andate avanti ma le possibilità che si arrivi ad un accordo la settimana prossima sono scarse». A infastidire il governo, in particolare, la convocazione del vertice in videoconferenza. «Non ho niente contro le videoconferenze, ma non si può chiudere in video un accordo che condiziona l’Italia per i prossimi anni. Quindi un Ecofin in presenza è più opportuno. Il negoziato secondo me andrà avanti finché ci saranno condizioni politicamente diverse». Quando al contenuto dell’accordo, «l’Italia valuterà tutti i mezzi che ha a disposizione per fare gli interessi nazionali, dopodiché ci vuole responsabilità, metteremo la firma se ci sono gli interessi del Paese». Intanto sul Mes il leader della Lega Matteo Salvini ha confermato il no del suo partito al fondo salva-Stati: «È uno strumento inutile. Noi in questo momento fortunatamente abbiamo un sistema economico e bancario sano. Non vedo perché un disoccupato, un precario, un commerciante, un pensionato italiano debba metterci dei soldi per salvare una banca tedesca». 

 

 

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