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Superbonus, Giancarlo Giorgetti: "La cosa più vergognosa in assoluto"

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"Io non ho mai cambiato idea sul Superbonus, la chiamai morfina di Stato": il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti lo ha detto ad Atreju, la kermesse di Fratelli d'Italia in corso a Roma, riferendosi alla misura tanto cara al Movimento 5 Stelle introdotta dal governo Conte II. "Quando fai un'operazione hai dei dolori pazzeschi, ti danno la morfina e vaneggi - ha continuato il titolare di via Venti Settembre -. Poi l'anestesista ti riduce la morfina e il paziente dice no, no. Bisognava iniziare subito a farlo. È come una centrale nucleare che continua a produrre scorie". 

Passando dalle metafore alla realtà, quindi, il leghista ha spiegato: "Nel momento di massimo dolore" per l'economia, il Superbonus "poteva avere senso, ma poi andava ridotto. Ora gli abbiamo messo sopra un sacco di sabbia ma continua a emanare radioattività". Poi ha aggiunto che "il conto da pagare è ahimè arrivato a 94 miliardi ed entro fine anno sforeremo i 100". Su questa misura, infine, ha fatto un'osservazione: "Una cosa vergognosa è la regressività. Tutti i miei amici professionisti, che conoscevano le banche, gli architetti, sono arrivati subito sul punto e lo hanno fatto tutti. I poveracci sono arrivati dopo e sono finiti nel casino totale. Questa è la cosa più vergognosa in assoluto". 

 

 

 

Riferendosi al debito, invece, il ministro lo ha definito come "la zavorra del nostro Paese, perché toglie ossigeno a ogni politica volta allo sviluppo e alla crescita e quindi al futuro per le giovani generazioni". Poi ha sottolineato che alcuni eventi degli ultimi anni, come guerre e pandemia, "hanno avuto un impatto devastante" sui "debiti pubblici degli Stati, anche quello italiano. Quindi non siamo in un periodo normale e questo fatto di essere in un periodo anormale costringe chi è più indebitato, come lo Stato italiano, ad avere accortezza e attenzione". Di qui il monito: "Qualsiasi tipo di azione fa il governo deve ispirare credibilità e serietà perché ogni due settimane i risparmiatori privati, soggetti internazionali e nazionali comprano il nostro debito perché si fidano che lo rimborsiamo e noi paghiamo più o meno in base alla credibilità". 

 

 

 

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