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Atreju, malore mentre parla Tajani poi la svolta: "Miracolo di Berlusconi"

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Piccolo imprevisto ad Atreju. Durante la giornata conclusiva della festa di Fratelli d'Italia, una persona ha accusato un malore nella sala dibattiti. È accaduto durante l'intervento di Antonio Tajani. Il vicepremier e segretario di Forza Italia è stato dunque costretto a interrompere per qualche minuto il suo intervento. Ma è bastato qualche minuto e il repentino intervento dei soccorsi per far sì che lo spettatore si sentisse subito meglio. Da qui l'elogio del numero uno azzurro a Silvio Berlusconi: "Miracolo di Berlusconi, si è ripreso. Bene, conclusione a lieto fine per il mio intervento e per il nostro amico che si è ripreso dopo essersi sentito poco bene".

Dopo l'iniziale spavento, il ministro degli Esteri ha proseguito il suo discorso: "I Paesi dei Balcani occidentali non hanno potuto fare parte dell'Unione europea perché stavano sotto il giogo comunista. Chiedono a tutti di battersi il petto. Degli errori sono stati fatti, ma mi pare che Giorgia (Meloni, ndr) ha sempre espresso parole di condanna severe. Vorrei che le stesse le dicessero i rappresentanti del Pd quando si parla del comunismo, degli errori di Palmiro Togliatti, degli orrori dell'Europa dell'Est", ha tuonato mettendo all'angolo Pd e compagni.

 

 

E ancora, in chiaro riferimento a Elly Schlein: "Se non si vuole venire a parlare su un palco dove ci sta qualche neo fascista o presunto tale, allora bisogna avere il coraggio di denunciare cosa ha fatto e continua a fare il comunismo nel mondo. Noi abbiamo sempre saputo dare un giudizio storico obiettivo, la storia va sempre valutata. Riconosco a Giorgia di avere avuto il coraggio di fare dichiarazioni forti. Non ne ho mai ascoltate di così forti da parte di rappresentanti della sinistra. Tante cose accadute nel nostro Paese, anche con la complicità del Partito comunista, non sono mai state condannate. Forse, per la vera pacificazione nazionale, è giunto il tempo di ricordare il fratello di Pasolini e la brigata Osoppo, erano partigiani come gli altri". 

 

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