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Elly Schlein ha paura: la batosta che si abbatterà sul Pd

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Tommaso Montesano
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Se Giorgia Meloni si candiderà alle elezioni europee alla testa di Fratelli d’Italia, Elly Schlein si tirerà indietro. Troppo pericoloso fare i conti con i numeri che usciranno dalle urne. Soprattutto a livello personale. La segretaria del Pd non può rischiare di compromettere la sua prima prova elettorale, quella in base alla quale tutti la giudicheranno quando avrà superato il primo anno alla testa del partito (è stata eletta il 12 marzo 2023). Tutti, il giorno dello spoglio, si metterebbero a fare un confronto tra i consensi incassati dalla premier e quelli presi da Elly. Da qui l’orientamento, se la presidente del Consiglio si metterà a guidare le liste di Fratelli d’Italia, di non partecipare alla contesa.

Del resto alle Europee Schlein si gioca molto: chiamata alla leadership del Pd dopo la sconfitta del 2022, non può sbagliare e l’obiettivo minimo resta quello di toccare la soglia psicologica del 20%. Diverso il caso se Meloni decidesse di non candidarsi. A quel punto Schlein, consapevole della necessità di trainare le liste dem, si metterebbe in gioco con tutto da guadagnare.

 

E, soprattutto, senza il rischio di confrontarsi con la numero uno di Palazzo Chigi, con la quale sta iniziando a personalizzare lo scontro nella speranza di catalizzare sudi sé l’attenzione di chi non si riconosce nel centrodestra (e proprio per questo sarebbe bizzarro evitare di confrontarsi alle Europee, ma questa è un’altra storia). Anche in caso di fumata bianca, però, non mancano i malumori, visto che il peso della segretaria toglierebbe spazio, e seggi, alle altre donne del Nazareno. Anche considerando la regola dell’alternanza di genere. Da qui i sondaggi che Schlein sta effettuando dentro il suo partito, e tra i partner della coalizione, per capire il da farsi.

 

 

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