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Capezzone, ecco il filmato che spiega perché la sinistra perde

Daniele Capezzone
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Cari lettori, non ditemi che non conoscete l’ormai leggendario algoritmo-Schlein: anche perché è lo stesso algoritmo che regola non solo le esternazioni di Elly, ma pure quelle della sua amica Chiara Valerio, scrittrice da sempre al fianco dell’oscurità. E come funziona quest’algoritmo? La metà delle cose che dicono Elly e Chiara non si capisce proprio, l’altra metà (quella pur faticosamente intellegibile) è sbagliata.

Ecco, ieri le due eroine sono comparse insieme in un video che è immediatamente diventato virale sui social. Fondamentale intanto - è la studiatissima estetica dello squallore come cifra stilistica distintiva: atmosfera spoglia, muro bianco alle loro spalle, niente luci, divanetto in similpelle. Bisogna soffrire e soprattutto far vedere che si soffre: chiaro, no?

CULTURA E ANTICORPI
Poi arriva il dialogo, con irrinunciabile partenza criptica della conversazione. Domanda una Valerio pensosa e concentratissima: «Elly Schlein, ma secondo lei la cultura serve a sviluppare anticorpi e un dna per l’antifascismo?». La Schlein esita per un istante, dando la sensazione della studentessa all’interrogazione di matematica, ma poi prende velocità: «Non per forza, dipende a quale cultura (ndr: forse intendeva “dipende da”, ma non stiamo qui a cavillare). Sicuramente leggere, leggere tanti libri e quindi essere aperti nel confronto con le diversità può far sviluppare tanti anticorpi compresi quelli antifascisti». Conclusione soddisfatta della Valerio: «E quindi la soluzione è leggere tanti libri».

 

 


Un attimo però, perché noi comuni mortali a rischio di fascismo-razzismo-populismo, e dal dna sicuramente discutibile, ci siamo già persi. Non si capisce se possiamo, anzi dobbiamo leggere tutto (e quindi, nell’idioma progressista, «confrontarci con la diversità») o se invece no, non siamo autorizzati a leggere tutto, ma le letture devono essere accuratamente orientate a «sviluppare gli anticorpi antifascisti» (sempre ricorrendo al dizionario Schlein-Italiano, quel «dipende a quale cultura» sembrerebbe far pesare la bilancia da questo lato). Ci sarebbe servito un redivivo Jean-Francois Champollion, l’uomo che riuscì a decifrare la scrittura geroglifica degli antichi egizi. Ma, dovendone fare a meno ed essendo costretti a basarci sulle nostre sole forze, dopo lunghe consultazioni in redazione, ci siamo orientati sulla seconda opzione. Sì, va bene la diversità, va bene leggere tanti libri, ma bisogna tenersi alla larga da quelli che possano eventualmente disorientare le coscienze, da tutto ciò che sia questo l’avete già intuito- in odore di fascismo. Perché si sa, il fascismo è sempre in agguato.

AIUTO, L’UOMO NERO!
La storia è tutta qui, alla fine della fiera. Più regolare del susseguirsi delle stagioni, più fastidioso dell’arrivo di una cartella esattoriale, più prevedibile di una nenia già ascoltata mille volte, più devastante di una canzoncina ipnotica nordcoreana, la sinistra nelle giornate di dubbio - ricomincia col fascismo. E da quando, un annetto fa, Giorgia Meloni ha vinto le elezioni, i compagni sono sempre più fuori di testa: vedono “fascismo” e “fascisti” ovunque. Lo confesso: sono preoccupato per loro, per la loro tenuta nervosa. Se dopo un anno stanno già ridotti così, non oso immaginare come potranno reggere altri quattro anni, fino a fine legislatura. Sarà un calvario. Da mesi gira sui social un meme strepitoso: si vede un Freud corrucciato, quasi angosciato, che, rivolgendosi con delicatezza e pietà a un paziente malridotto, gli sussurra: «Ma questi fascisti li vede spesso? Sono nella stanza qui con noi adesso?». Quel paziente con i nervi a pezzi sono loro, i compagni e le compagne dem. E allora - in questo ennesimo Natale di sofferenza- aiutiamoli a orientarsi in libreria. Cosa possono leggere? E cosa invece devono assolutamente evitare? Sconsigliatissimo Manzoni (era cattolico e liberale: un mix pericolosissimo), bocciato Leopardi (ironizzava amaramente sulla visione positivista e progressista della vita e della storia), vietatissimo Dante (è stato contaminato dalla citazione del ministro Sangiuliano), no a Boccaccio (sessista e forse pure omobilesbotransfobico), niente Machiavelli (più cattivo di un Kissinger).

 

 

 

 

LA BIBLIOTECA CORRETTA
E invece cosa è ammesso? Per la teologia e comunque per prepararsi spiritualmente al Natale, sono imprescindibili le opere di Luca Casarini (con o senza tuta bianca, ma già pronto per il Conclave): c’è chi garantisce che il Vangelo secondo Luca si debba a lui, non ad altri. Per un adeguato ripasso nonviolento, non si può fare a meno di recuperare l’opera omnia dell’appena scomparso Toni Negri, già in odore di santità. Mai dimenticare il trittico Saviano-Augias-Scurati: sistemati al posto dei Re Magi in un ideale presepe laico, faranno un figurone. «Cosa si deve inventare per poter riderci sopra», cantava Lucio Dalla. Ecco, abbiamo scherzato un po’ anche noi, amici lettori. Ma - pensandoci meglio - questi signori sono proprio impazziti. Continuano a vedere fez, stivaloni e camicie nere ovunque. E soprattutto continuano a ragionare da extraterrestri. Antifascisti su Marte. Auguri a loro, e soprattutto a noi. 

 

 

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