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Giuseppe Conte, l'arringa sulla sua povertà

Elisa Calessi
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Il reddito dichiarato dall’avvocato ed ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, pari a 24.359,00 euro lordi, continua a essere motivo di discussione nell’agorà politica in scorcio di questa fine di anno. Matteo Renzi, di prima mattina, è il primo a intervenire, trovandosi al punto opposto della classifica (è il parlamentare più ricco): «In queste ore alcuni media si occupano con tono scandalizzato dei redditi dei parlamentari. Lasciatemelo dire a voce alta, cari amici: sono fiero di aver contribuito con più di un milione di euro alla vita della comunità», ha scritto sui social il leader di Iv. «E non mi vergogno di pagare in un giorno il triplo di quello che Giuseppe Conte ha pagato in un anno. Perché chi paga le tasse non si vergogna mai. Si imbarazzino i furbetti, non i cittadini onesti».

Poco dopo Conte risponde alla polemiche con un lungo post su Facebook in cui spiega le ragioni di un reddito così basso. «Ho fatto voto di povertà? No. Per fortuna la mia lunga carriera di professore e di avvocato mi ha permesso, e mi permette, con i risparmi accumulati, di condurre una vita agiata». Con implicito riferimento a Renzi spiega, quindi, di aver «assolutamente evitato di spendere il patrimonio di conoscenze personali accumulato quando ero premier per ottenere incarichi al soldo di governi stranieri, fondi sovrani o società collegate. Cosa, questa», sottolinea, «che ritengo assolutamente inaccettabile e profondamente immorale, in particolare per chi ha ricevuto un mandato parlamentare». Si dovrebbe parlare, dice, del crollo del potere di acquisto, degli stipendi degli italiani. E invece sono tutti a interessarsi del suo reddito.

 

 

 

E cita, in particolare, «il senatore Gasparri, che vive di incarichi politici da oltre 30 anni e ha omesso di denunciare il suo incarico di presidente-lobbista di una società che opera nel campo della cybersecurity» e che aveva promesso di indagare le ragioni di un reddito così basso. Risposta: «Caro Gasparri, non ti dare pena. Non serve Sherlock Holmes per spiegare la mia situazione reddituale». Il motivo addotto da Conte è che per buona parte dell’anno 2022 non avrebbe percepito alcun reddito perché, una volta dimessosi da presidente del Consiglio, avrebbe svolto attività politica gratuitamente e rimanendo in aspettativa dalla cattedra alll’Università di Firenze. Non avrebbe percepito nulla nemmeno in quanto avvocato «per evitare conflitti di interessi».

E ha preferito astenersi da qualsiasi attività professionale. «Mi sono stati offerti svariati incarichi professionali, ma li ho rifiutati». E ha declinato «anche le varie offerte di agenzie internazionali che propongono cicli di conferenze ben retribuite in giro per il mondo, cosa, quest’ultima, che invece ritengo accettabile, se però accompagnata da precisi paletti che prevengano conflitti di interesse con il mandato parlamentare». La replica del capogruppo di Forza Italia, Maurizio Gasparri, arriva a stretto giro: «Complimenti a Giuseppe Conte per la vita ricca ed agiata che può condurre. Ciò non soltanto a causa delle frequentazioni familiari anche in lussuosi alberghi a cinque stelle, categoria lusso che preferisce alle cinque stelle di sapore grillino, di cui qualcosa si è scritto. Naviga nell’oro anche grazie all’attività forense per la quale nel passato ebbe incarichi a volte anche lautamente retribuiti e sui quali ci fu, talvolta, qualche polemica. Vicende che sarà bene rivisitare e ristudiare. Lo faremo con la dovuta attenzione».

E sul fronte delle donazioni fatte dal M5S con i soldi mensilmente versati a un fondo, circostanza citata da Conte, Gasparri replica dicendo che il leader del M5S «dimentica (la donazione, n.d.r.) più importante, ovvero i 300mila euro che il movimento grillino destina a Beppe Grillo, comico attualmente un po’ in disgrazia nella sua attività professionale» e annuncia una diretta Facebook dedicata a “Conte, Grillo, Pirondini ed tutte le meraviglie dei grillini”». C’è però un dettaglio che l’ex premier ha omesso: come racconta Open, l’ex premier risulta moroso, rispetto al M5S, di 6.250 euro. Lo Statuto del Movimento, infatti, prevede che ciascun eletto versi una quota minima di 2.500 euro (2000 per il M5S e 500 per l’Associazione M5S). Conte è diventato deputato il 13 ottobre 2022. Ma non risultano versamenti per i mesi di ottobre, novembre e dicembre. Da gennaio, invece, tutto regolare. 

 

 

 

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