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Repubblica tarocca il messaggio di auguri di Mattarella

Ignazio Stagno
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”In Italia diritti minacciati”. Così titolava il sito di Repubblica subito dopo il discorso di fine anno del capo dello Stato, Sergio Mattarella. Il tutto mettendo in bocca al presidente parole mai pronunciate. Già, perché per insinuare il dubbio che nel nostro Paese aleggi un'ombra, magari col marchio del centrodestra, capace addirittura di mettere in discussione i diritti su cui si fonda la nostra Repubblica, ecco che viene tirata per la giacchetta pure la più alta carica dello Stato. E viene fatto nel momento di massima audience sul web mentre tra un cotechino e qualche lenticchia si cerca di scorrere lo smartphone per sapere cosa ha detto Mattarella nel suo consueto appuntamento in tv.

LA RICOSTRUZIONE
Il presidente ha fatto un discorso equilibrato, ha parlato delle guerre in corso, del nostro Paese, dei giovani che devono posare il cellulare per partecipare di più alla res pubblica, ma mai sono state pronunciate le parole che dalle parti di Repubblica hanno messo in bella mostra mentre salutavamo il 2023. La parola “diritti” nel testo integrale del discorso di Mattarella viene pronunciata quattro volte: «Quando la nostra Costituzione parla di diritti, usa il verbo “riconoscere”», «...significa che i diritti umani sono nati prima dello Stato. Ma, anche, che una democrazia si nutre, prima di tutto, della capacità di ascoltare», «affermare i diritti significa ascoltare gli anziani» e ancora «affermare i diritti significa prestare attenzione alle esigenze degli studenti, che vanno aiutati a realizzarsi». Queste le parole usate dal presidente della Repubblica. Non si trova mai il termine “diritti”affiancato a “minacciati”. Anzi, la parola “minacciati” non compare proprio nel discorso di fine anno. Per consolare Repubblica ricordiamo che sì, c’è un “minacciate”, ma in quel caso il Capo dello Stato si riferiva «alle violenze delle guerre. Di quelle in corso e di quelle evocate e minacciate».

 

STRAVOLGIMENTO
E se proviamo a cercare “diritto” il Capo dello Stato parla di “ostacoli” per quello allo studio e “difficoltà” per quello alle cure sanitarie. Ma è tutt'altro discorso rispetto a “diritti minacciati”. Questa espressione nasce da una spericolata deduzione di Repubblica che dopo aver riportato le parole del Capo dello Stato che cita Papa Francesco: «Quandola nostra Costituzione parla di diritti, usa il verbo “riconoscere”. Significa che i diritti umani sono nati prima dello Stato. Ma, anche, che una democrazia si nutre, prima di tutto, della capacità di ascoltare. (...) E vedere - senza filtri – situazioni spesso ignorate; che ci pongono di fronte a una realtà a volte difficile da accettare e affrontare. Come quella di tante persone che vivono una condizione di estrema vulnerabilità e fragilità; rimasti isolati. In una società pervasa da quella “cultura dello scarto”, così efficacemente definita da Papa Francesco». Qui arriva la “sintesi” di Repubblica: “I diritti quindi sono minacciati”. Nulla di più lontano dalla realtà. E da quanto detto da Mattarella. 

 

 

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