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Daniele Capezzone contro Report: "Il padre della Meloni? Un dettaglio: è morto nel 2012"

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"C'è molta politica, sia sul lato destro sia sul lato sinistro". Il direttore editoriale di Libero Daniele Capezzone, nella sua Occhio al Caffè - Rassegna politicamente scorrettissima di oggi, legge i giornali in edicola e accende i fari sulle polemiche che scuotono i Palazzi romani. 

Nel centrodestra si va dal nodo-Sardegna alla partita per le regionali del 2025, con i giornali d'area progressista "che parlano di faida, gettando il cuore oltre l'ostacolo", ironizza Capezzone. Ma a sinistra "ci sono delle gigantesche difficoltà", perché non c'è praticamente aspetto in cui il Pd, i 5 Stelle e gli amministratori locali sono fondamentalmente divisi, a partire dall'Ucraina (con importanti esponenti dem che alla Camera per finire sull'abuso d'ufficio.

"Qual è l'unica cosa che li riunisce e li rassicura come la coperta di Linus? Il fascismo, una barzelletta esportata persino a Strasburgo e l'argomento di cui ha parlato la Schlein in Parlamento. Nel frattempo, per dirimire tutte queste cose, la segretaria porta tutti in un resort extra-lusso".

Ultimo punto, la deriva giustizialista di Repubblica che anticipa il contenuto della prossima puntata di Report. "Una volta lo faceva il Fatto, ora tocca al gruppo Gedi. Si occuperanno dei guai del papà della Meloni. Piccolo dettaglio: è morto nel 2012, e soprattutto non aveva rapporti con sua figlia dal 1998, quando aveva abbandonato la famiglia e la Meloni aveva 11 anni".

 

 

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