Cerca
Logo
Cerca
+

Il Pd vuole cacciare Delmastro perché cena con la sua scorta

Paolo Ferrari
  • a
  • a
  • a

«Ci inchiniamo alla decantata indipendenza della magistratura», ha affermato il Guardasigilli Carlo Nordio intervenendo ieri in Senato durante il question time sul caso dello sparo la notte di Capodanno che ha visto il coinvolgimento del deputato di Fdi Emanuele Pozzolo, al momento unico indagato con l’accusa di lesioni e omessa custodia d’arma, e del sottosegretario alla Giustizia e compagno di partito Andrea Delmastro. «Vorrei parlare da magistrato e non posso. E dovendo parlare da ministro non posso che inchinarmi di fronte al segreto istruttorio», ha risposto Nordio a chi gli chiedeva di prendere posizione nei confronti di Delmastro, ricordando che «sono in corso indagini e sarebbe improprio e delittuoso se dovessi rivelare delle cose, che comunque non so. Va da sé - ha poi aggiunto - che, nel momento in cui un domani dovessero emergere da parte della magistratura delle ricostruzioni adeguate e obiettive, sarei il primo a riferirle».

 

In merito alla presenza degli uomini della scorta di Delmastro al cenone di Capodanno a Rosazza, Nordio ha ricordato che «esiste una forma di tutela esterna, che è quella che si occupa della garanzia del tutelato per quanto riguarda gli ambienti circostanti. Una volta che questa è stata assicurata esiste una tutela interna perché se il tutelato rimane in un ambiente chiuso deve essere accompagnato da chi assicura la tutela. Non vi è niente di scandaloso se a una manifestazione conviviale partecipano anche le persone che devono tutelare chi partecipa a quella situazione conviviale». Riguardo i rapporti tra Delmastro e la polizia penitenziaria, Nordio ha voluto precisare che tutte le organizzazioni sindacali avevano pubblicamente manifestato «vivo e sincero apprezzamento» per l’impegno profuso da parte del sottosegretario nello svolgimento delle proprie deleghe.

 

Molto dure le opposizioni. «Nordio continua a essere omissivo su Delmastro e in particolare sui rapporti ambigui tra lo stesso sottosegretario e settori della polizia penitenziaria», hanno affermato i senatori del Pd, chiedendo ancora una volta le dimissioni del sottosegretario. «Mi spiace tirare in ballo un galantuomo come lei di fronte a queste scene di incapacità istituzionale che sono quelle di Delmastro e di Pozzolo», ha detto invece il leader di Italia Viva, Renzi. «Ho il massimo rispetto per il lavoro della magistratura ma questo non cambia il giudizio politico», ha proseguito Renzi.

 

 

Finite le domande su Delmastro, Nordio si è soffermato sulla vicenda di Ilaria Salis, la giovane detenuta in un carcere di massima sicurezza a Budapest da quasi un anno con l’accusa di aver partecipato a degli scontri di piazza con esponenti locali di estrema sinistra. «L’Italia non ha una buona reputazione per quanto riguarda il principio del “pacta sunt servanda”». Ricordiamo il caso di Silvia Baraldini, attivista comunista, sessantottina condannata nell’83 negli Usa per associazione sovversiva ed evasione in concorso. Pena di 43 anni (molti in isolamento) negli Stati Uniti. Fu estradata in Usa con la promessa che avrebbe scontato in Italia la condanna: una volta arrivata in Italia fu accolta con tutti gli onori all'aeroporto e poi scontò la condanna in modo molto parziale», ha stigmatizzato Nordio. «Gli americani lo ricordano - ha proseguito - ed è questo che ostacola, non solo con loro, tutte le procedure che ogni volta cerchiamo di intrattenere anche a livello fiduciario, perché sotto questo profilo purtroppo a causa di esperienze precedenti la fiducia verso di noi riesce male», ricordando quindi il caso di Chico Forti.

 

Dai blog