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Bertinotti, fango sulla Meloni: "Naturalizzazione del fascismo"

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Rieccoci con il fascismo. Tornando sulla manifestazione di Acca Larentia e, più in generale, sui saluti romani, Fausto Bertinotti dice la sua. L'ex europarlamentare, nonché ex segretario del Partito della Rifondazione Comunista, punta il dito contro Fratelli d'Italia e la sua leader: "Giorgia Meloni non condanna perché è portatrice di una nuova idea di destra che passa per la naturalizzazione del fascismo". A suo dire, ospite di Tagadà nella puntata di lunedì 15 gennaio su La7, "i saluti romani rappresentano un sentimento politico importante nel paese: confinare il fenomeno a un atto di nostalgia è un errore". 

Ma non finisce qui, nello studio di Tiziana Panella Bertinotti rincara la dose: "Quella cosa lì è tutto altro che folklore. Perchè la presidente del Consiglio non fa una cosa elementare e dice io sono antifascista?". L'obiettivo è quello di "mettere fine alla Repubblica nata dalla Costituzione antifascista".

 

 

Poi, virando il dibattito sulle Europee, l'ex membro del Parlamento europeo sembra lanciare un messaggio indirizzato anche a Elly Schlein: "Se uno si candida poi fa il parlamentare europeo. Meloni? Allora non si candidi. C'è un elemento di deontologia. Questo vale per tutti. Se non lo voglio fare, non mi candido. Misurare il consenso sul capo e non sul progetto politico non mi sembra una grande idea per la democrazia". D'altronde anche la leader del Pd non ha ancora ufficializzato la sua discesa o meno in campo. Non solo dunque il premier. 

Qui l'intervento di Bertinotti a Tagadà su Acca Larentia

 

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