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Giovanna Pedretti, Giorgio Mulè: "Davanti alla tragedia bisogna fermarsi"

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"Di fronte alla tragedia di una donna disperata che si toglie la vita bisogna fermarsi e riflettere non come politici ma come esseri umani": Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera, lo ha detto nello studio di David Parenzo a L'Aria che tira su La7, riferendosi al caso della signora Giovanna Pedretti, la titolare del ristorante Le Vignole trovata morta domenica a Sant'Angelo Lodigiano, forse a seguito di un gesto estremo. La donna, 59 anni, era finita nella bufera dopo che era stata messa in dubbio la veridicità di un suo post sui social. "Parliamo non di una deriva ma di un abisso - ha proseguito il deputato di Forza Italia -. E continuiamo a illuderci che la comunicazione sui social possa essere gestita in maniera normale, ma non è così". 

"Vi ricordo - ha poi aggiunto Mulè - che c'è una forza politica in Parlamento che si chiama Movimento 5 Stelle che sull'odio in rete, scatenato dai suoi elettori, ha fondato il consenso. Qui siamo all'annientamento totale della ragione quando ci si approccia a un tema. Ed è trasversale, perché l'odio, la stupidità e l'ignoranza discendono da un fatto: che tutto questo è impunito. Tutto si fonda sull'impunità totale e assoluta che è garantita a questi soggetti". A tal proposito il vicepresidente della Camera ha mostrato un documento di archiviazione di una denuncia di diffamazione da lui presentata. Il deputato aveva querelato un utente che gli aveva augurato la morte sui social. 

Qui l'intervento di Mulè a L'Aria che tira

 

 

 

"Twitter, oggi X, non consegna i dati degli utenti - ha spiegato Mulè con il documento a portata di mano - perché non riconosce nel reato di diffamazione una fattispecie perseguibile negli Stati Uniti. Cosa succede nei confronti di queste persone? Il magistrato decide che non è diffamazione perché questo signore lo ha postato sulla tua bacheca, quindi non si è aperto a un pubblico. L'ingiuria è depenalizzata. Allora la minaccia? No, 'è evidente come quanto auspicato dall'indagato non sia rimesso al suo volere'. Cioè il fatto che io ti auguri di morire nella peggiore delle maniere non dipende da lui, ma da Dio che magari ti fa venire un cancro. Ora, se sulla base di questo, il caso viene archiviato, vuol dire che vale tutto". 

 

 

 

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