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Luca Zaia sull'Autonomia: "Fanno le barricate? Andate a leggere la Costituzione"

Alessandro Gonzato
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«In passato hanno provato più volte ad impedirci di indire il referendum sull’autonomia, di dare la parola alla gente. È bene ricordare cos’ha impugnato il governo Pd nel 2014...».

Ci dica, presidente.
«Ha bloccato il seguente quesito: “Vuoi che alla Regione Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?”. Ecco, questa domanda, posta a milioni di concittadini, ha spinto la sinistra a ricorrere alla Corte Costituzionale. Ma si rende conto? Non bisogna dimenticarle certe cose».

Nel 2017 però il referendum c’è stato. Lei si prese anche il rischio di inserire il quorum, che perla consultazione in Lombardia non c’era.
«Volevo dargli ancora più peso. Alla fine il 98% dei veneti ha votato “sì”. Ah, aggiungo un piccolo particolare: la sinistra non ci ha fatto usare la tessera elettorale. Ho dovuto creare io una scheda».

Luca Zaia, il “doge” da queste parti, si gode il via libera del Senato al disegno di legge sull’autonomia differenziata: «Si sta realizzando un sogno che nasce da un movimento di popolo», dice il governatore leghista. È il secondo passo ufficiale, dopo il referendum consultivo di 7 anni fa. Zaia assapora il momento, ma ha già la testa sulla prossima tappa: «Bisogna procedere spediti. L’autonomia è una scelta di modernità contro il centralismo, che è medievale, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti».

 

 

 

Zaia, l’anno prossimo terminerà il suo mandato. È possibile che la riforma venga approvata prima?
«Sì, ci sono tutti i presupposti perché la Camera dia l’ok in Commissione e in aula, quindi che l’autonomia diventi legge e venga pubblicata in Gazzetta Ufficiale».
Per la Schlein «l’autonomia va fermata a ogni costo». Per l’ex governatore del Lazio Zingaretti, invece, «l’autonomia è il tradimento dello spirito della Costituzione secondo cui la Repubblica è indivisibile».

Entrambi evocano la «secessione».
«Ma quale secessione... Voglio sottolineare una cosa: l’autonomia non è né di destra né di sinistra: è di buon senso. Chi la strumentalizza, ma non punto il dito contro nessuno, è anche irrispettoso nei confronti del Capo dello Stato, che è il garante della Costituzione. Questa è una legge che si basa sull’articolo 116, che prevede l’autonomia differenziata. Il ddl è stato bollinato dal Quirinale: vogliono dire che Mattarella ha firmato un documento contro la Costituzione? E mi faccia aggiungere un’altra cosa...».

Dica.
«Ho il massimo rispetto di tutti, ma è ora che alcuni esponenti di una certa parte politica escano da questo riflesso condizionato per cui si deve per forza parlare male dell’autonomia. Anche perché, e voglio sottolinearlo, non mi risulta che Paesi federalisti come la Germania siano considerati di “Serie B”, o peggio ancora dei posti dove l’unità nazionale non esiste».

Le opposizioni sono pronte a sottoporre la riforma a un referendum, per tornare sul tema. La preoccupa?
«Prima di tutto devo dire che anche molti amministratori di centrosinistra sono d’accordo sulla riforma, e mi fa piacere: sono consapevoli dei benefici dell’autonomia. Quanto al referendum... È davvero un Paese strano, e voglio lanciare un messaggio alla sinistra».

Quale?
«Se questo Paese non farà l’autonomia per scelta la farà per necessità. Se vogliono mistificare una riforma epocale, utile da Nord a Sud, ne prendo atto. Ma affermare che l’autonomia è illegale significa essere contro la Costituzione. Che poi, vale la pena ricordarlo a qualcuno, questo processo sta andando avanti in virtù della modifica del Titolo V della Costituzione votata nel 2001 dalla maggioranza di centrosinistra. Vogliamo poi citare i padri costituenti? Luigi Einaudi nel ’48 disse: “A ognuno daremo l’autonomia che gli spetta”. La nostra Costituzione nasce con l’idea di un Paese federale. Se poi ha dominato lo statalismo è un altro discorso».

 

 

 

Altra contestazione: «È la secessione dei ricchi».
«È risibile. In Italia ci sono questi divari proprio per come è stata gestita fino a oggi. È immorale che nel Paese ci siano due velocità, ed è ancora più immorale che ci siano persone costrette a far la valigia per farsi curare in un’altra regione. Non mi pare sia colpa dell’autonomia, che finora non c’è stata».

Ecco, capitolo sanità. Per Pd e 5Stelle verrà sfasciata. Regionalizzarla, dicono, toglierà il diritto alle cure a milioni di cittadini.
«Pensi al Covid...».

Che è l’esempio che portano a sinistra: «Senza una guida centrale non ce l’avremmo mai fatta».
«Non lo pensano tutti. Anzi... Chi non lo capisce, comunque, se lo faccia spiegare da Bonaccini, che ha lavorato insieme a me e che è del Pd. Noi siamo stati totalmente autonomi. In caso di pandemia la Costituzione prevede che ci sia una regia nazionale, ma tutta la fase operativa l’hanno gestita le Regioni. Sfido chiunque a dirmi che le Regioni non hanno gestito l’intera fase vaccinale. A livello nazionale ci hanno dato i vaccini, certo, questo sì, ma è ovvio, perché alle Regioni è stato vietato di comprarseli autonomamente. E sa perché le Regioni, pur con qualche differenza, si sono comportate bene durante il Covid?».

Ce lo dica lei.
«Perché se porti le competenze vicino al cittadino accorci la catena decisionale e responsabilizzi governatori e amministratori».

In queste ore l’acronimo più in voga è “Lep”.
«Certo: i livelli essenziali di prestazione sono fondamentali e il Sud ne uscirà rafforzato. Prima non li aveva definiti nessuno. Come mai non li ha stabiliti il Pd? È arrivato questo governo e in pochi mesi ne ha introdotto l’obbligo. I Lep sono un’occasione per vedere chi ha avuto di più e chi di meno. Il punto fondamentale è che quest’autonomia dice una cosa molto chiara: “Alcune competenze dello Stato verranno gestite dalle Regioni, malo Stato, attenzione, darà i fondi necessari per gestire quelle competenze”. Quindi tutto dipenderà da come verranno investiti i soldi. Nessuno ruba niente a nessuno».

Gli oppositori sono pronti a scendere in piazza...
«A loro lascio questa bella dichiarazione di Giorgio Napolitano, rilasciata quando in Veneto cominciava a crescere il sentimento autonomista: “L’autonomia è una vera assunzione di responsabilità”. Direi che non c’è altro da aggiungere». 

 

 

 

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