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Pasquale Tridico, il reddito di cittadinanza non basta: ecco a cosa mira

Alessandro Gonzato
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È il padre del reddito di cittadinanza, di cui è rimasto orfano, condoglianze. Oggi si candida in Europa e prega che l’Ue resusciti il sussidio: 800 euro a testa, perché la festa non deve finire. Ci arriviamo. San Pasquale da Scala Coeli, 800 abitanti nel Cosentino, è il santo patrono dei “divanisti”: altro che Poltronesofà artigiani della qualità. Ciuffo da una parte, prova a vestire come il suo padre spirituale Conte Giuseppe di Volturara Appula, ma fatica col nodo alla cravatta. Come lui è professore, curriculum di vaglia. Gli somiglia, Pasquale Tridico. Conte però ha undici anni in più, anche se li portano al contrario. Quando Di Maio pensava di fare il premier- era marzo 2018 – voleva proprio lui, Tridico, come ministro del Lavoro. Poi Di Maio il premier non l’ha fatto perché 5Stelle e Lega hanno mediato su Conte, e Di Maio come primo lavoro o quasi ha fatto il ministro del Lavoro, a proposito di santi. Il designato, appunto, il preferito dall’infante di Pomigliano D’Arco era Tridico, docente di Politica economica ed Economia del lavoro, il quale però prima non ha digerito l’accordo gialloverde; poi il depennamento dell’“articolo 18” dal contratto di governo. «Da uomo di sinistra», aveva protestato, «dico che quest’alleanza è un problema».

IL GRANDE SALTO
Niente ministero ma poco male. Un anno e per Tridico si sono spalancate le porte della presidenza dell’Inps: più in alto, in Italia, ci sono giusto il Papa e altri due potentati. Il premier grillino lo ha nominato con decreto legge a marzo, e due mesi dopo l’economista calabrese oplà - è montato in sella al posto di Tito Boeri e ci è restato fino al 23 maggio 2023, accompagnato fuori dal centrodestra. A fine 2019, quando il reddito di cittadinanza stava per festeggiare il primo compleanno, Tridico annunciò che aveva moltiplicato i posti di lavoro, «28mila» come la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Poi però, come un sussulto, era uscito l’economista che è in lui: «Il lavoro si crea con gli investimenti». Già, e che investimenti, i navigator. Di Maio ne andava pazzo: disoccupati che dovevano trovare lavoro ad altri disoccupati. Che trionfo, Giggino e Toninelli, quella sera sul balcone di Palazzo Chigi: appena varato il sussidio avevano già abolito la povertà. E dire che Tridico doveva ancora annunciare, di fronte alle associazioni cattoliche di Napoli, di averla «ridotta di 8 punti».

 

 


Ma riecco il suo sogno, l’idea meravigliosa confessata ieri a Repubblica: capolista dei 5Stelle nella circoscrizione Sud alle elezioni europee di giugno e «la proposta di un reddito di cittadinanza europeo». Titolo: “L’alternativa alla destra si costruisce con il Pd”. Tridico entra a gamba tesa nel campo dem: «La battaglia per il salario minimo va riproposta all’Ue». Il giornale degli Elkann ha incaricato il vicedirettore Francesco Bei di intervistarlo, e qualcuno maligna che Repubblica abbia voluto dare una prima spallata alla segretaria, o quantomeno un messaggio non in codice. Dal camposanto di oggi al campo largo di domani? Tridico, in effetti, parla da federatore: «I temi convergenti sono tanti, soprattutto sull’economia (...) lasciamo stare il passato (...) spianeremo la strada per creare un fronte comune contro questa destra». Usa il frasario progressista. Poi annuncia che guiderà anche «la scuola politica del Movimento».

Vuole ridistribuire la ricchezza. “Vi obietteranno che prima di pensare a redistribuirla, va creata”. «Ridurre la povertà e far ripartire i salari», risponde, «serve anche a creare ricchezza. L’obiettivo di una classe progressista dev’essere quello di riattivare la crescita diminuendo le diseguaglianze. E su questo penso che Pd e Movimento 5Stelle abbiano le carte in regola per marciare nella stessa direzione». Sogni di gloria. Che incubo invece, ma solo mediatico, quand’era scoppiata la bufera sul suo stipendio all’Inps, schizzato da 50 a 150mila euro. Opposizione e maggioranza a parte i grillini gridarono allo scandalo. Da “Tridico a Triplico”, era lo sfottò. Tridico e l’Inps spiegarono che la maggiorazione (retrodatata, protestavano tutti eccetto i 5Stelle) era dovuta a un tecnicismo legato all’organigramma. Nulla di illegale, precisiamo. L’uomo che sussurrava il reddito a Grillo e Casaleggio, persona spregiudicata per i detrattori, oggi è il centravanti di Conte per prendere i voti soprattutto al Sud, dove il reddito di cittadinanza ha spopolato così come i pentastellati alle ultime elezioni politiche.

TESTA DI PONTE
Alle Europee, tra 4 mesi, i 5Stelle rischiavano di non toccare palla, non potendo promettere nulla. Tridico corteggerà chi vive di sussidi e riprenderà a tuonare contro la Meloni. «Perché mi hanno cacciato dall’Inps? Bisognerebbe chiederlo ad altri. Quello del governo Meloni è un attacco verso una grande istituzione». Fratelli d’Italia, «sui mancati controlli di Tridico» - sul reddito di cittadinanza - ha chiesto una commissione d’inchiesta: «Una misura che ha comportato enormi danni all’erario». Che caos quando a inizio pandemia il sito dell’Inps ha comunicato che i 600 euro previsti per i lavoratori autonomi sarebbero stati erogati in ordine cronologico dal primo aprile: il portale, fin dalla sera prima, è andato in tilt, e l’Istituto di previdenza, che forse aveva agito con imprevidenza, aveva incolpato dei non meglio precisati «hacker». Un successone invece quando Tridico ha dichiarato, sempre in pieno Covid, che «con la cassa integrazione aiutiamo anche aziende che non riaprono per pigrizia o opportunismo». Ci togliamo il cappello. Ma ora iniziano le lusinghe ai “divanisti”. 

 

 

 

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