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Formigli-Repubblica, due nuovi allarmi-fascismo a tempo record

Fabio Rubini
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Sulle reazioni a sinistra dell’archiviazione dell’inchiesta bluff denominata “Lobby nera” eravamo stati buoni profeti. Non solo nessuno si è sentito in dovere di chiedere scusa per gli attacchi feroci all’epoca dei fatti, ma sugli organi d’informazione vicini a quell’area politica, ieri non c’era nemmeno un rigo che desse conto della chiusura delle indagini e del proscioglimento di tutte le persone coinvolte. Silenzio di tomba. Scrivevamo anche che certamente la macchina mediatica della sinistra era già all’opera per inventarsi un nuovo allarme democrazia causato dalle “destre” che hanno il brutto vizio di vincere democraticamente le elezioni. E qui, va detto, siamo rimasti sorpresi anche noi dalla celerità delle operazioni. Già ieri mattina il quotidiano La Repubblica e in serata la trasmissione di Corrado Formigli Piazzapulita, lanciavano non uno, ma due allarmi-fascismo. Entrambi con un unico denominatore comune: l’immancabile colore “nero” nei titoli dei servizi.

Andiamo con ordine. Il quotidiano diretto da Maurizio Molinari titola a tutta pagina “Prove di Europa nera”. E che sarà mai? Riassumiamo, contando sulla clemenza dei lettori. Mercoledì nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Strasburgo- dove il parlamento europeo è riunito in plenaria-, Eric Zemmour, leader francese di Reconquête, ha chiesto e ottenuto di entrare nel gruppo dei Conservatori europei, la “famiglia” guidata da Giorgia Meloni, che sta trattando l’ingresso anche del partito ungherese di Orban. Una doppietta che spinge i titolisti di Repubblica a rincarare la dose nelle pagine interne con un roboante “Si allarga il fronte nero”. Scandalo, sgomento tra gli antifascisti in servizio permanente, che non possono nemmeno prendere in considerazione che l’asse europeo possa spostarsi verso il centrodestra, lasciando fuori socialisti e macroniani. Perché alla fine il problema è tutto qui, il pericolo che salti l’alleanza popolari-socialisti che fin qui ha governato - male - l’Unione europea

 


La cronaca di Repubblica è quella di un allarme democratico del massimo livello, che al confronto la possibile rielezione di Trump passa in secondo piano. Zemmour viene descritto come un «leader xenofobo dell’estrema destra francese» e pure «putiniano e misogino», il cui ingresso in Ecr metterebbe a rischio la rielezione alla guida della Commissione di Ursula von del Leyen. Infatti socialisti e liberali europei spiegano al quotidiano: «Mai alleati con gli estremisti della destra». E qui il problema è bello grosso, perché anche da parte dei Conservatori il diktat per entrare in una maggioranza europea è più o meno lo stesso di Identità e Democrazia- per intenderci la famiglia che ha tra gli altri membri la Lega di Salvini e il Rassemblement National di Marine Le Pen-, e cioè: «Mai alleati con socialisti e liberali». Ecco, se a questo si aggiunge poi che l’alternativa per un von der Leyen bis è un pastrocchio popolar-socialista-liberale con una spruzzatina di Verdi, ecco che l’incubo - questa volta per noi - sarebbe servito, se quello appena descritto non fosse uno scenario da fantapolitica.

 

 

Naturalmente in una narrazione del genere non poteva mancare l’ennesimo retroscena sulle tensioni tra Meloni e Salvini per far arrivare i rispettivi gruppi al terzo posto dopo Popolari e Socialisti. Con i due a contendersi a suon di dispetti Marine Le Pen e i tedeschi di Afd. Quello che non c’è invece, è un ragionamento molto più semplice e cioè che il passaggio di Zemmour a Ecr dovrebbe essere una buona notizia, perché starebbe a significare un indispensabile ammorbidimento delle posizioni più spigolose di Reconquete. Chiuso con le “Prove di Europa nera”, ecco arrivare Formigli, che evidentemente non si è rassegnato all’archiviazione dell’inchiesta di Fanpage che era stata rilanciata proprio da Piazzapulita. E che fa il conduttore? Con un tempismo pazzesco ti confeziona un bel servizio con dibattito dal titolo certamente evocativo: “Ombre nere” che non è il sequel di “Ombre rosse” di Jonh Ford con John Wayne -, i cui particolari raccontiamo in un altro pezzo. Morale della favola, a sinistra hanno un problema con il “nero”, inteso come colore. Che anche loro abbiano scoperto che non è vero che “sfina”?

 

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