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Corrado Formigli? Lobby Nera, dopo l'archiviazione nessuno chiede scusa

Alberto Busacca
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Niente, non si vogliono arrendere. Morto un allarme fascismo, ne arriva subito un altro. È la regola di Formigli e Fanpage, che non hanno intenzione di rinunciare al loro core business. Così, incassata la figuraccia sull’inchiesta “Lobby nera” (mercoledì il gip di Milano Alessandra Di Fazio ha archiviato l’indagine giudiziaria), Piazzapulita rilancia subito con “Ombre nere”. E si ricomincia da capo, il Giorno della marmotta dell’Antifascismo mediatico... Sul sito di Piazzapulita, la trasmissione di ieri sera era presentata così: «C’è un gesto che viene dal passato e si allunga nel presente. C’è un’ombra nera che dalle periferie più povere e degradate e dai movimenti neofascisti di strada si è allungata fin dentro i palazzi delle istituzioni. Ombre nere, attraverso i reportage e le inchieste della squadra di Corrado Formigli e di Fanpage.it, racconta l’ascesa dell’estrema destra in Italia dal 2014 ad oggi». Vi sembra qualcosa di già visto? Certo che sì, tanto che, incredibilente, vengono riproposti perfino spezzoni della vecchia inchiesta Lobby nera, come se l’archiviazione del giudice non ci fosse mai stata...

IN SILENZIO
Ma se Formigli decide di andare al contrattacco, il resto della sinistra preferisce tacere e fare finta di nulla. Negli ultimi due giorni, per esempio, nessuno a sinistra ha detto una parola sull’archiviazione dell’inchiesta sulla presunta Lobby nera. Essì che quando il caso era scoppiato, nel 2021, le dichiarazioni erano arrivate a raffica. «L’inchiesta di Fanpage sulla Lobby nera a Milano mostra una realtà agghiacciante», attaccava la delegazione pentastellata al Parlamento europeo. «La realtà emersa dall’inchiesta giornalistica di Fanpage», spiegavano gli eurodeputati del Partito democratico, «è gravissima, per i sospetti concreti di finanziamenti illeciti e l’ombra pesante del neofascismo a Milano, città della Resistenza. Meloni parli».

 

 

TERREMOTO POLITICO
Poi Enrico Letta, allora segretario dem: «Sono molto colpito dall’inchiesta di Fanpage sull’infiltrazione di oscuri ambienti fascisti e neofascisti in Fdi. Sono necessari chiarimenti perché mi sembra una cosa francamente orribile». E Laura Boldrini, ex presidente della Camera: «In un Paese normale dopo l’inchiesta di Fanpage ci sarebbe stato un terremoto politico. Salvini e Meloni si sarebbero fatti da parte. Invece no, stanno ancora lì. Ma noi continuiamo a dire: fuori l’ideologia fascista dalle istituzioni repubblicane». Mah, difficile pensare che in un Paese normale Meloni e Salvini si sarebbero dimessi per un’inchiesta del genere. Più facile, invece, pensare che in un Paese normale oggi qualcuno avrebbe chiesto scusa...

 

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