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Roberto Speranza sbrocca alla Camera: "Squadristi"

Pietro De Leo
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Il Parlamento dà il via libera alla proposta di legge che istituisce una Commissione d’inchiesta «sull’operato del governo e sulle misure da esso adottate per prevenire e affrontare l’emergenza epidemiologica del Covid-19». L’ok definitivo è arrivato ieri alla Camera, in terza lettura, con 132 sì, un no e un astenuto. A comporre l’organismo saranno 15 deputati e altrettanti senatori e gli accertamenti riguarderanno, tra i vari temi, il mancato aggiornamento del piano pandemico, il lavoro della task force. E ancora le procedure d’acquisto dei dispositivi di protezione e dei banchi a rotelle.

Lo spettro di lavoro dell’organismo non riguarderà l’operato delle Regioni. A votare a favore, insieme alla maggioranza, anche Italia Viva.

Tutto l’iter della proposta è stato accompagnato da polemiche, in quanto a sinistra l’iniziativa è stata percepita come punitiva verso l’attività del secondo governo di Giuseppe Conte e in particolare verso le due figure che più hanno incarnato il contrasto alla pandemia, ovvero chi guidava quell’esecutivo e Roberto Speranza, all’epoca ministro della Salute.

 

 

Ieri, la seduta alla Camera ha visto momenti di altissima intensità, sfociati nella bagarre, tanto che il vicepresidente Fabio Rampelli sospende la seduta. Il picco massimo arriva, infatti, quando la deputata di Fratelli d’Italia Alice Buonguerrieri rivolge un’accusa pesantissima a Conte e Speranza: «È giusto che gli italiani sappiano che Fratelli d’Italia ha trascinato in tribunale Conte e Speranza per ottenere trasparenza e verità. Ed è solo grazie alle sentenze con cui sono stati condannati che noi abbiamo ottenuto quegli atti e quei documenti troppo a lungo secretati». Il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, replica: «È una menzogna, nessuna condanna. Da voi solo propaganda e fake news. In Commissione ne vedremo delle belle». E poi aggiunge: «State crando uno strumento abnorme, quello della Commissione d’inchiesta per attaccare politicamente il governo precedente, ma non governerete a vita e questo potrebbe rivelarsi un pericoloso precedente».

Anche Roberto Speranza respinge le accuse della deputata di Fratelli d’Italia: «Noi siamo stati in tribunale ma c’è stata un’archiviazione con formula piena, accostare le nostre personalità alle parole “condannati” in maniera confusa, come è stato fatto nell’intervento, è molto grave e non è accettabile». L’intervento di Buonguerrieri, attacca Speranza, richiama «epoche peggiori della storia di questo Paese, perché dobbiamo iniziare a chiamare le cose con il loro nome: quello è un intervento squadrista».

 

 

Dunque, è un po’ questo il troncone principale su cui si snoda la dialettica intorno alla Commissione.

Dal Pd, la deputata Laura Boldrini accusa: «Vergognosa la maggioranza che istituisce una commissione d’inchiesta sul Covid per ringraziare i no vax del loro sostegno». Dal Movimento 5 Stelle, Andrea Quartini parla della commissione come di un «plotone d’esecuzione» approvato «con la forza dei numeri, per annientare le opposizioni. È semplicemente scandaloso: una vergogna antidemocratica».

In maggioranza, dal partito di Via Bellerio, la deputata Simona Loizzo ha affermato: «La Lega vuole conoscere la verità, perché crediamo sia un errore liquidare ciò che è successo con un “va tutto bene”». Il Covid, dunque, torna protagonista in questa fase di lavori parlamentari. Nella notte tra martedì e mercoledì, le Commissioni riunite Bilancio e Affari Costituzionali della Camera hanno approvato l’emendamento al milleproroghe, presentato dal leghista Alberto Bagnai, che sancisce il rinvio di sei mesi (fino al 31 dicembre 2024) del pagamento delle multe per chi ha violato l’obbligo di vaccinazione per il Covid. Una misura che ha suscitato qualche perplessità anche nella maggioranza, tanto che il deputato Paolo Emilio Russo, capogruppo di Forza Italia in Affari Costituzionali e uno dei relatori del milleproroghe, sceglie di non partecipare al voto. Anche in occasione del varo di questo emendamento, poi, ci sono stati momenti di tensione con l’opposizione tanto da dover ricorrere alla sospensione della seduta. 

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