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Navalny, Piantedosi: "Identificazione? Procedura corretta"

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"L’identificazione delle persone è un’operazione che si fa normalmente nei dispositivi di sicurezza per il controllo del territorio. Mi è stato riferito che il personale che aveva operato non avesse piena consapevolezza" ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi rispondendo ai giornalisti sulla vicenda delle persone che sono state identificate dalla polizia mentre lasciavano fiori per Navalny a Milano, sotto la targa di Anna Politkovskaya.

"È capitato anche a me nella vita di essere identificato, non credo che sia un dato che comprime una qualche libertà personale", ha aggiunto 
Piantedosi. 

 

 

Parole che hanno scatenato la reazione della sinistra. "Se per il ministro Piantedosi identificare persone che portano un fiore per Navalny è normale, prendere documenti e generalità non comprime le libertà personali", scrive sui social network il senatore del Pd, Filippo Sensi, "allora il problema non sono gli agenti e l’abuso di potere in uno stato di diritto. Il problema è Piantedosi".

"Non è accettabile che chi esprime solidarietà o esercita il proprio diritto di critica nei confronti di regimi autoritari venga trattato come un potenziale problema di ordine pubblico. L’identificazione, da parte della Digos, di cittadini e cittadine che, a Milano, deponevano un fiore in ricordo di 
Navalny, è un segnale allarmante di come la libertà di espressione e il diritto di manifestazione pacifica siano percepiti dalle nostre autorità: come minacce anziché diritti inalienabili", tuona Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra.

 

 

"Se per Piantedosi identificare persone che portano un fiore per Navalny è parte della ’normalità’, allora dobbiamo chiederci in che tipo di realtà stiamo scivolando", conclude Bonelli. "La dura realtà è che, sotto la guida di Piantedosi, il ministero dell’Interno sembra aver perso di vista la differenza tra ordine pubblico e controllo autoritario".

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