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Decaro, "rischio commissariamento": perché il sindaco di Bari può saltare

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Oltre 130 arresti in una maxi inchiesta che rischia di far crollare la giunta di Antonio Decaro a Bari. Il sindaco del Pd e presidente dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani, ndr.) teme che dalle persone fermate dalla Procura possano emergere infiltrazioni mafiose nella sua amministrazione. Questo porterebbe al commissariamento della città, con la conseguente caduta del primo cittadino. In sostanza, elezioni anticipate e immagine compromessa.

Nel centrodestra lo sanno bene e l’attenzione è altissima. In particolare, il filone di indagine su Amtab, azienda pubblica controllata dal Comune, potrebbe far emergere infiltrazioni a opera di clan mafiosi di Bari. Per questo, i parlamentari pugliesi di governo hanno deciso di chiedere un colloquio con il ministro dell’Interno. “Oggi abbiamo incontrato il ministro dell'Interno Piantedosi per rappresentargli quanto sta emergendo dalla lettura dei provvedimenti giudiziari (ordinanza di custodia cautelare e decreto di amministrazione giudiziaria) che conclamano, tra l'altro, l'infiltrazione mafiosa all'interno dell'amministrazione comunale di Bari e di una sua partecipata. Al termine dell'incontro il Ministro ha assicurato che compulserà gli uffici territoriali per gli approfondimenti del caso". Così hanno scritto in una i forzisti Francesco Paolo Sisto e Mauro D'Attis, i deputati di Fratelli d’Italia Marcello e Filippo Melchiorre e i leghisti Roberto Marti, Davide Bellomo e Rossano Sasso.

 

 

Sulla possibilità di scioglimento della giunta comunale si è espresso anche il senatore azzurro Maurizio Gasparri: “Su Bari la notizia è che i nostri coordinatori regionali si sono recati al Ministero dell’Interno per ipotizzare lo scioglimento del Comune, guidato dal sindaco Decaro. 130 arresti, che sfiorano anche l’amministrazione locale. Un fatto molto preoccupante. Non abbiamo preso decisioni per Bari, vogliamo capire bene che succede: probabilmente c’è un Comune da sciogliere…”.

Molto più duro è stato il commento del meloniano Filippo Melchiorre che ha sollevato dubbi su possibili infiltrazioni all’epoca delle ultime comunali baresi: “Non amo fare sciacallaggio ma la mia è una riflessione politica che, alla luce delle notizie dì oggi, fa sorgere il dubbio sull’esistenza di un vero e proprio complotto per manipolare il risultato elettorale che ha visto sconfitto il centrodestra nel 2019. Un dato è certo: dopo quelle elezioni, sia il candidato sindaco di centrodestra non eletto, sia la consigliera (agli arresti domiciliari nell’ambito dall’inchiesta odierna) di una lista collegata sono passati nella coalizione a sostegno dell’amministrazione di centrosinistra”.

 

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