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Dossieraggio contro Crosetto: 15 indagati

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Paolo Ferrari
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Non si è “sottratto” all’interrogatorio, come invece riportato ieri da Repubblica e Corriere, il pm antimafia Antonio Laudati, accusato dalla Procura di Perugia di accesso abusivo a sistemi informatici e banche dati, falso, divulgazione di informazioni riservate. «Alla data stabilita risponderà, avendo modo di chiarire la completa estraneità ai fatti contestati», ha affermato in una nota il suo difensore, l’avvocato Andrea Castaldo, ricordando che l’indagine che lo vede coinvolto è nata a seguito di una sua relazione di servizio nella quale si evidenziavano «irregolarità commesse da un ufficiale della guardia di finanza». Quest’ultimo sarebbe Pasquale Striano, il principale indagato nell’inchiesta sui dossieraggi nei confronti di importanti personalità politiche che ha portato nelle ultime settimane all’iscrizione nel registro degli indagati anche di alcuni giornalisti.

La vicenda inizia ad ottobre del 2022, nei giorni della formazione del governo Meloni. Sul Domani e sul Fatto Quotidiano compaiono diversi articoli in cui si ipotizzano a carico di Guido Crosetto dei conflitti di interessi fra il suo nuovo incarico di ministro della Difesa e quello precedente di presidente dell’Aiad, l’Associazione che riunisce le aziende produttrici di armi. Il Domani, oltre a pubblicare le dichiarazioni dei redditi percepiti da Crosetto per tale attività, decide di pubblicare anche il contenuto delle segnalazioni di operazioni sospette (Sos) a suo nome ed in quel momento riservate, essendo nella disponibilità esclusiva dell’Antiriciclaggio della Banca d’Italia, della Procura, e della guardia di finanza. Crosetto, senza perdere tempo, presenta allora una denuncia alla Procura di Roma. I pm della Capitale, controllando gli accessi alla banca dati delle Sos, scoprono che era stato Striano, all’epoca in servizio alla Direzione nazionale antimafia (Dna), ad effettuare le verifiche su Crosetto. Ma non solo. Emerge infatti che Striano in passato aveva effettuato centinaia di altri accessi, tutti giustificati da una non meglio precisata attività «info-investigativa».

 

 


Le indagini dei pm romani permettono inoltre di scoprire che Striano aveva incontrato il giornalista del Domani Giovanni Tizian proprio nei giorni in cui avveniva la pubblicazione delle Sos di Crosetto sul quotidiano di Carlo De Benedetti. Il fascicolo da Roma veniva quindi trasmesso a Perugia per verificare le eventuali responsabilità dei magistrati in servizio alla Dna che avevano avuto rapporti con Striano e quindi dato eventualmente l’ordine a quest’ultimo di verificare le Sos. Striano, non potendo negare di aver fatto gli accessi alla banca dati, in uno dei suoi primi interrogatori aveva dichiarato di essersi “insospettito” del fatto che Crosetto fosse in rapporti con soggetti sensibili. Una tesi subito smentita in quanto si trattava di persone totalmente incensurate. 

 

 

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